Amianto: in Campania rischio altissimo e numeri impressionanti

amiantoIn occasione dell’inaugurazione della nuova sede di Napoli, prevista per il prossimo 14 febbraio, l’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA) lancia un drammatico appello circa l’aumento di tumori correlato all’impressionante presenza di amianto e promuove un incontro sulle iniziative della onlus nella regione Campania.

Secondo i dati ONA sono quattro milioni e trecentomila, un numero impressionante, le  tonnellate di asbesto-amianto, polveri e fibre cancerogene che provocano mesotelioma, tumore polmonare, tumori gastroenterici, tumore dell’ovaio e tumore della laringe. Nel 2012 ci sono stati 405 nuovi casi di patologie mortali per l’amianto e più di 100 casi di mesotelioma, e il trend è in aumento.

L’ONA conferma che nel periodo dal 1993 al 2013, con un continuo crescendo, sono stati rilevati in Campania 1237 casi di mesotelioma:

Si tratta di una patologia “sentinella”, la punta dell’iceberg, rispetto al gran numero di altri casi relativi alle altre patologie asbesto-correlate: anche qui l’ONA torna a chiedere che vengano resi pubblici tutti i dati sul numero dei tumori, nella terra dei fuochi, come nel resto della Campania. La mappa del dramma amianto in Campania – Eternit e Italsider di Bagnoli, Sacelit di Volla, Tecnotubi di Torre Annunziata, ex Sofer di Pozzuoli, l’Avis di Castellammare, la Firema di Caserta, l’ex Iscochimica di Avellino, la Fincantieri di Castellammare di Stabia. Sono solo alcune delle fabbriche interessate dal fenomeno amianto. Poi ci sono gli sversamenti abusivi, “spesso in mano alla criminalità, anche organizzata”, ricorda Bonanni, in discarica ma anche nei centri abitati. Il processo Eternit: gli atti sono stati rimessi alla Procura di Torino e quindi ci si augura che venga finalmente resa giustizia alle vittime di Eternit Bagnoli, così come da tempo richiesto da ONA, dopo che in Eternit 1 c’è stato il colpo di spugna dell’assoluzione dell’imputato Stephan Schmidheiny, anche per i casi dei decessi tra i lavoratori di Bagnoli.

Le patologie asbesto-correlate sono in aumento.

I dati del Renam sono relativi solo ai casi di mesotelioma. L’ONA sta registrando tutti i casi di patologie asbesto-correlate (tumori polmonari, alla laringe e all’ovaio, che l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro – IARC – ha ricondotto all’amianto; cui vanno ad aggiungersi le altre patologie, come i tumori al colon, etc., e le placche pleuriche, gli ispessimenti pleurici e l’asbestosi), e ciò per avere l’esatta fotografia di questa strage silenziosa, rispetto alle quali il picco si avrà nel 2020.

Il rischio amianto nelle scuole: Esiste, poi, ancora tanto amianto in edilizia. Un esempio? Gli istituti scolastici: “Il premier Matteo Renzi – sottolinea il presidente dell’Osservatorio – sembra non voler affrontare il problema: quando ha fatto riferimento alle ristrutturazioni delle scuole, ha sorvolato sull’amianto”. Che, però, resta un problema pressante: “Abbiamo calcolato – spiega Bonanni – che in Italia ci sono 2.400 scuole con amianto, che non potrebbero essere ristrutturate senza prima essere bonificate, perché le fibre di amianto si disperderebbero nell’aria”.

Il piano nazionale amianto? Un bluff: Esiste un “Piano nazionale amianto” approvato dal Governo Monti nel 2013, che però ad oggi è ancora fermo, perché bocciato dalle regioni: “Il piano nazionale amianto del governo Monti non è condivisibile – spiega l’avvocato Ezio Bonanni – non dice la verità sulle dimensioni del problema dal punto di vista epidemiologico, si riferisce unicamente a circa mille decessi l’anno per il mesotelioma pleurico ma non parla di tutte le altre patologie legate all’amianto. Noi, invece, vorremmo partire dai territori con piani regionali: bisogna dare priorità alle bonifiche, che potrebbero essere attuate con una organizzazione meno verticistica, senza programmi calati dall’alto, utilizzando al meglio le risorse. Un esempio: utilizzare i fondi strutturali europei e la leva fiscale per consentire la detrazione delle spese nel rinnovamento degli impianti”.

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