Boss giovanissimi e cocainomani per una guerra che uccide la capitale del Mediterraneo

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Screening della camorra a Napoli: la mancanza di leader carismatici alla base delle nuove lotte intestine al sistema. Lo si evidenzierebbe anche dai tentativi, spesso non a buon fine, di sancire alleanze paradossali tra clan storicamente rivali oggi rappresentati da giovanissimi, spesso cocainomani e violenti, pronti a tutto pur di non perdere la leadership criminale in città.

Chi è scaltro e cresciuto in questi ambienti lo sa bene: ed ecco quindi che personaggi  come Alessandro Giannelli (capo dell’omonimo gruppo di Cavalleggeri e attualmente detenuto presso il carcere di Secondigliano) tentano il colpo grosso, ovvero la conquista di un gradino alto nella piramide del malaffare organizzato. Pochi anni addietro nessun picciotto avrebbe nemmeno pensato una cosa del genere, pena la morte:  gli arresti eccellenti, le dure condanne conseguite e i pentimenti hanno talmente indebolito la vecchia camorra da permettere all’ambizione di giovani criminali di avere libero sfogo.

Ecco perché la guerra tra i clan e tra i vari boss non si risolverà in breve tempo, ecco perché si continuerà a sparare nel caotico tentativo di prevaricare altri gruppi mafiosi a suon di morti ammazzati. Lo spettacolo tetro a cui quasi quotidianamente Napoli sta assistendo e solo l’inizio di una guerra tanto infantile, criminalmente parlando, quando spietata: la questione è estremamente complessa e non basta militarizzare la città per risolverla. Fino a che non si investiranno uomini e risorse in campagne di prevenzione che coinvolgano istituzioni, scuola, parrocchie e associazioni i risultati ottenuti saranno sempre modesti per non dire nulli.

Intanto a Napoli si continua a sperare di non capitare al posto sbagliato nel momento sbagliato e questo stato di cose per la capitale del Mediterraneo è veramente troppo avvilente. Ma si sa, la politica è troppo impegnata per le ormai prossime amministrative locali per dar peso ad un’emergenza ormai endemica.

E il governo centrale? Meglio stendere un velo pietoso evitando di offendere ancora una volta l’intelligenza degli onesti contribuenti.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.