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Raffineria di cocaina in un appartamento: la mano del clan di Torre Annunziata

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Scoperta una vera e propria raffineria di cocaina a San Giuseppe Vesuviano: coinvolti anche alcuni esponenti del clan di camorra dei “Gallo-Limelli-Vangone” di Boscotrecase e di Torre Annunziata.

All’alba di oggi i militari della guardia di finanza, guidati dal colonnello Giovanni Salerno, insieme ai colleghi del Gico, agli ordini del tenente colonnello Giuseppe Furciniti, hanno individuato in un appartamento una vera e propria raffineria altamente attrezzata per la lavorazione e l’estrazione di notevoli quantitativi di cocaina destinati ad alimentare il mercato napoletano.

Al momento dell’irruzione, erano presenti all’interno del laboratorio cinque persone impegnate nel processo di lavorazione della droga che sono state tratte in arresto in flagranza di reato. fra queste, figurano due esponenti di spicco del clan Gallo-Limelli-Vangone, già da diversi anni leader nell’importazione di ingenti carichi di cocaina provenienti dal Sud America e nella relativa gestione dei traffici illeciti nell’hinterland napoletano.

Gli altri soggetti arrestati sono due cittadini colombiani e una donna colombiana avente cittadinanza spagnola i quali, secondo le prime risultanze investigative, avrebbero avuto il compito di far giungere in Italia la materia prima e, nel contempo, istruire i membri dell’organizzazione campana circa il complesso procedimento chimico di estrazione della droga.

I finanzieri hanno sorpreso i responsabili proprio durante le fasi di lavorazione della materia prima, dalla quale erano già stati estratti oltre 7 chilogrammi di pasta di coca, tutta di qualità pregiatissima, mentre erano pronti per essere trasformati altri 20 litri di cocaina liquida allo stato grezzo.

Secondo gli inquirenti la cosca avrebbe avviato una nuova metodologia di approvvigionamento della cocaina
alternativa rispetto alle tradizionali importazioni di prodotto finito, sia per ottimizzare i costi di acquisto e di trasporto sia per meglio eludere i controlli da parte delle forze di polizia.

Oltre alla droga sono state individuate e sottoposte a sequestro tutte le sostanze e le attrezzature utilizzate nel procedimento di lavorazione e di raffinazione quali presse metalliche, solventi, acidi, carte per il filtraggio, provette, stampi. La droga sequestrata avrebbe avuto sul mercato un valore di oltre 3 milioni di euro e sarebbe servita per il confezionamento di oltre 100mila dosi.

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