Alcuni giovani avrebbero scattato dei “selfie” nel luogo dov’è stato ritrovato il cadavere di Vincenzo Amendola, il 18enne ucciso e sotterrato in un terreno nel rione “San Giovanni a Teduccio” di Napoli.
E’ sconcerto in città per la notizia riportata da alcuni quotidiani questa mattina. A commentare i fatti è don Luigi Merola, prete anticamorra ed educatore.
“Per noi educatori è una sconfitta. – ha detto Merola – Tutto ciò è il risultato di modelli sbagliati che si offrono quotidianamente ai nostri ragazzi. All’orrore per la morte di un 18nene si aggiunge lo sconcerto. Da quei giovani più che un selfie mi sarei atteso una preghiera per la vittima, per fermare questa spirale di violenza, che non ci può lasciare indifferenti”.
Il 18enne era scomparso da casa da alcune settimane. Gli investigatori hanno accertato che il giovane è stato ucciso con due colpi d’arma da fuoco e poi seppellito, in un campo, a poca distanza dalla sua abitazione.
Nell’ambito delle indagini sull’efferato omicidio sempre ieri polizia di stato e carabinieri eseguito un fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Napoli, nei confronti di Gaetano Nunziato di 23 anni, con precedenti per reati contro il patrimonio e reati in materia di stupefacenti.
Nunziato, amico della vittima è gravemente indiziato dei reati di omicidio aggravato dal metodo mafioso, porto e detenzione illegale di arma da fuoco ed occultamento di cadavere.
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