Salerno, verso la nuova amministrazione comunale

salernoA Salerno, dopo la processione di San Matteo e le “Luci d’Artista”, che hanno calamitato l’attenzione pubblica locale, a breve si svolgeranno le elezioni amministrative per il rinnovo della carica di Sindaco e del Consiglio Comunale. Sarebbe auspicabile, che queste elezioni avessero la stessa carica di coinvolgimento e partecipazione popolare ma, questa volta, sotto il segno della partecipazione laica e critica.

È in questa direzione che va interpretato l’appello proposto dall’Associazione Culturale Andrea Proto e dal sito www.asilopolitico.org rivolto alle forze politiche intenzionate a presentarsi alle prossime elezioni amministrative. Auspichiamo che siano in grado di proporre e praticare programmi seri ed onesti finalizzati a fare uscire dal pantano della precarietà, dell’imbarbarimento socio-relazione e del plebeismo la nostra comunità.
L’appello IO NON CI STO! è costituito da 10 punti, nei quali sono insite domande e tematiche che dovrebbero far parte, si spera, del programma di governo della futura giunta comunale eletta per i prossimi 5 anni.

IO NON CI STO !

  1. Ad assistere passivamente al continuo emigrare di salernitane/i al Nord e all’estero.
  2. Alle continue assunzioni di stampo palesemente clientelare, attraverso le Agenzie Interinali, nelle società miste senza concorsi pubblici corretti e trasparenti.
  3. Al silenzio assordante delle Istituzioni ed Enti Locali di fronte alle denunce della Caritas, di varie parrocchie, del Movimento dei Disoccupati che da anni pubblicamente evidenziano le condizioni di estrema povertà e precarietà in cui versano molti nuclei familiari salernitani che non riescono “a mettere il piatto a tavola”.
  4. All’assenza di qualsiasi forma di Welfare Stato Sociale che preveda l’erogazione di un reddito – salario locale di cittadinanza da parte degli enti preposti.
  5. All’uso/abuso dei Fondi Europei destinati solo per Medie/Grandi Opere che, oltre ad essere inutili, costose e dannose sono bloccate in quanto soggette a misure giudiziarie restrittive per svariati motivi. Al contrario, se tali Fondi fossero legati alla valorizzazione del patrimonio artistico, alla difesa dell’ambiente, alla prevenzione del dissesto idrogeologico determinerebbero una piena occupazione permettendo l’agognato diritto al lavoro/reddito a varie categorie di  disoccupati, di media e lungo periodo, (ingegneri architetti geometri geologi) operai generici e manodopera.
  6. A non avere alcuna Istituzione Pubblica di riferimento per i senza lavoro, come un tempo era rappresentato dagli Uffici di Collocamento, che attesti, regolarizzi e renda pubblico e trasparente l’accesso al lavoro con graduatorie anche a rotazione per assunzioni e rapporti lavorativi, anche a tempo determinato, che potrebbero essere fondamentali nel comparto della  Sanità che necessita di 1000 lavoratori con qualifica generica e professionale.
  7. Ad assistere a manifestazioni di omofobica cafoneria espressa da associazioni “Voglio a mammà” e “Song’ omm’” e da consiglieri comunali, pagati dalla collettività, che utilizzando una carica istituzionale, trasformano il Consiglio Comunale, deputato a trattare problemi seri della città, in un teatro da sceneggiata  per osteggiare lo spettacolo  teatrale “Mi chiamo Alex e sono un Dinosauro” per scopi pubblicitari al fine di trarre consenso elettorale da una platea elettorale nazional/populista.
  8. Ad accettare lo ‘status quo’ della non/vita culturale nella nostra cittànella quale l’opera culturale, dinamizzatrice ed emancipatrice, esiste solo grazie alle attività di realtà di base di e spazi sociali autogestiti come il il C.S.A. Jan Assen che, senza alcun sostegno pubblico, operano culturalmente e socialmente nel territorio con enormi sacrifici. Al contrario, milioni di Euro vengono erogati per il Teatro Verdi e al suo Direttore Artistico con nefasti risultati che si riscontrano nel numero impressionante di emigranti del mondo artistico culturale/intellettuale (musicisti, ballerini, pittori) verso altre città italiane o nazioni; e nel verificare che la nostra città è negli  ultimi posti nelle classifiche della qualità della vita, poi ci si meraviglia ipocritamente per i continui  accoltellamenti tra giovani.
  9. All’assenza irresponsabile della classe politica locale in materia di solidarietà internazionale delegando di fatto alle realtà di base laiche e del cattolicesimo impegnato le iniziative e gesti di solidarietà verso interi nuclei famigliari che con bambini piccoli, tra neve e freddo sono condannati ad un continuo esodo “biblico” nella “ Fortezza Europa Incivile, nella speranzosa ricerca di una tranquillità persa a causa di guerre e miserie, tra respingimenti, fili spinati marchi sulle braccia, mentre decine  di bambini muoiono affogati nei nostri mari.
  10. Ad accettare nei nostri quartieri ghetto (Matierno, S.Eustachio, Cappelle…) il consolidato connubio tra marginalità urbana a marginalità sociale composta da una umanità indigena, la maggior parte della quale è condannata alla macelleria sociale rappresentata dalle istituzioni.

Questi sono solo alcuni quesiti delle tante problematiche reali che si vivono nella quotidianità e sarebbe doveroso e necessario che tale appello non cada nella pattumiera dell’indifferenza e nel dimenticatoio.

Chiunque voglia aderire a questo appello e sviluppare un dibattito intorno ai punti in esso evidenziati lo può fare attraverso il sito asilopolitico.org e attraverso i quotidiani locali che riterranno opportuno  pubblicarlo.

Associazione Culturale Andrea Proto
Centro Sociale AsiloPolitico

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