Le manifestazioni di dissenso mosse dal capo allenatore e dal massimo esponente societario nella conferenza stampa post derby, non sono state estemporanee o semplicemente rese a caldo, condizionate dalla delusione della sconfitta casalinga (prima del 2016) subita per mano della Bcc Agropoli. Innanzitutto, la società dell’Agro, con quanto affermato, non ha mai inteso sminuire gli indubbi meriti della Bcc Agropoli, protagonista di un’ottima gara al PalaMangano, dove ha conquistato il successo con qualità, valore e pregio. Le accuse mosse all’indirizzo dei primi due arbitri dell’incontro, ovvero dei sig.ri Brindisi Federico di Torino e Caruso Daniele di Pavia, e conseguentemente al loro designatore, il sig. Mauro Pozzana, sono il frutto di un discernimento oculato e ravveduto che staff tecnico e dirigenziale, subito dopo la sirena conclusiva del match, hanno effettuato in pieno concerto, in maniera lucida, coerente, ragionevole e sensata, perché suffragata da una lunga serie di episodi avvenuti nel corso della gara, che in questa sede si vuole sottolineare e portare all’attenzione di tutti, compresi coloro che potranno constatare tali accadimenti da una visione attenta ed oculata della differita dell’incontro.
Questo l’elenco dei più vistosi ed evidenti errori arbitrali commessi dei suddetti sig.ri Brindisi e Caruso, soprattutto in relazione alla disparità di metro e di trattamento rivolto alle due squadre sul parquet:
PRIMO QUARTO
- a 4’ (punteggio in parità): chiaro fallo non fischiato a Simmons, nell’uno contro uno in post basso contro Trasolini;
- a 6’ (Scafati avanti di 2 punti): fischiato a Spizzichini il suo secondo fallo, mentre ere in difesa contro Roderick, opponendo regolarmente il petto alla spalla dell’avversario;
- a 7’ (time-out): il primo arbitro, sig. Brindisi, richiama in maniera plateale la panchina scafatese diverse volte, per sollecitarne l’ingresso in campo, mentre nessun sollecito viene rivolto all’altra panchina, che continua indisturbata nel proseguimento del time-out;
- a 8’ (Scafati aventi di 6 punti): fallo in attacco sanzionato a Baldassarre, con le medesime modalità (sbracciata) utilizzate da Santolamazza contro Portannese, con la differenza che in quest’ultimo caso il fallo non è stato rilevato;
SECONDO QUARTO
- a 1’20’’ (Scafati avanti di 4 punti): fantasioso fallo per blocco irregolare sanzionato a Simmons, in difesa su Trasolini;
- a 2’ (Scafati avanti di 4 punti): inesistente fallo fischiato ad Ammannato in difesa uno contro uno su Trasolini (petto del primo contro spalla del secondo);
- a 5’ (Scafati avanti di 13 punti): il secondo arbitro, il sig. Caruso, sanziona un fallo in attacco a Baldassarre, mentre era in azione uno contro uno su Carenza, e non fa lo stesso in una medesima azione successiva (dopo due contropiedi) in cui Tavernari attacca Loschi, per giunta convalidando poi un canestro realizzato da Bolpin che probabilmente non aveva entrambi i piedi in campo, un istante dopo aver effettuato la rimessa in gioco;
- a 9’ (Scafati avanti di 7 punti): Santolamazza, nel portare palla avanti, sbraccia con evidenza e ripetutamente contro Portannese, che lo difende e che per giunta si vede fischiare lui fallo;
- a 1’ dalla fine (Scafati avanti di 7 punti): sul tiro di Carenza da tre punti, la palla colpisce il ferro e sale, nel frattempo Trasolini interferisce con il ferro prima che la stessa scenda ed entri nel canestro, ma il canestro viene ugualmente convalidato;
TERZO QUARTO
- a 2’ (punteggio in parità): rimessa per Scafati, con 5 secondi per attaccare, Mayo prende la palla ed effettua un cambio di mano in palleggio, ma la palla tocca il piede di Santolamazza ed esce fuori, con il tabellone dei 24’’ che non viene riportato a 14 secondi, bensì resta ad 1 solo secondo da giocare, nonostante sia più volte stato richiesto dalla panchina di Scafati;
- a 3’40’’ (Agropoli avanti di 5 punti): non punita sia la pressione con mani addosso degli atleti cilentani, sia il successivo raddoppio a metà campo su Spizzichini, sia ancora il gioco duro su Mayo in uno contro uno, sia, infine, le continue sbracciate di Santolamazza per smarcarsi.
QUARTO QUARTO
- a 1’ (punteggio in parità): chiamati il quarto e il quinto fallo a Baldassarre, mentre era semplicemente a rimbalzo (uno in difesa, l’altro in attacco) nel suo cilindro;
- a 3’ (Scafati avanti di 1 punto): fischiato un fallo in attacco dal secondo arbitro, sig. Caruso, a Portannese, mentre prende posizione in post basso, nello stesso identico modo in cui in precedenza aveva fatto Roderick contro di lui ed al quale nulla era stato fischiato; in occasione di questa situazione viene fischiato dal sig. Brindisi al coach Perdichizzi un fallo tecnico per proteste, per aver semplicemente invocato lo stesso metro di giudizio;
- a 5’ (Agropoli avanti di 1 punto): fallo fischiato a Simmons (quarto personale) in azione di uno contro uno in post basso contro Trasolini, ove il contatto si è verificato senza uscire dal cilindro e mantenendo la propria verticalità;
- a 6’ (punteggio in parità): non sanzionato fallo in area a Carenza, che spinge da dietro Simmons con la gamba destra, mentre nella successiva azione viene fischiato il quinto fallo proprio a Simmons, che difende (mantenendo sempre la sua verticalità) contro Trasolini, il quale, essendo sotto il tabellone, effettua un movimento ad andare contro il suo difensore;
- a 7’ (Agropoli avanti di 5 punti): un tiro di Loschi dall’arco dei 6,75 m viene riconosciuto da 2 punti, anziché da 3;
- a 40’’ secondi dalla fine (Agropoli avanti di 4 punti): non sanzionato un netto fallo in attacco a Trasolini, dopo l’hand off, sebbene questi non fermi la propria corsa e si frapponga sulla corsa di Loschi, che inseguiva il proprio uomo.
Con questo semplificativo elenco, la Givova Scafati ha voluto solo sottolineare gli episodi che costituiscono elementi più che probanti a suffragio delle dichiarazioni e delle accuse rese nell’immediato post gara da coach Giovanni Perdichizzi e da patron Nello Longobardi, entrambi delusi ed amareggiati dal comportamento tenuto dalle giacchette grigie e stufi di subire passivamente il loro sconveniente atteggiamento, mostrato sia in campo (con minacce continue al tecnico) che negli spogliatoi (chiedendo continuamente di tenere sgombero da persone il tunnel di accesso al campo). Le prime avvisaglie di questa premeditazione nei confronti della società gialloblù si sono verificate già in occasione della sfida interna, peraltro vinta dalla Givova Scafati, contro la Paffoni Omegna (sostituzione del primo arbitro con un altro alla vigilia dell’incontro) e dalla continua designazione per le gare del PalaMangano di arbitri giovani, che il responsabile arbitrale di serie A2 maschile, il sig. Mauro Pozzana, consapevole della loro poca esperienza, etichettando la struttura scafatese e l’ambiente che la circonda come campo caldo e pericoloso, finisce per condizionarli mentalmente, ancor prima dell’inizio della gara.
Pressati da tali considerazioni, i direttori di gara vengono condizionati al punto tale da non riuscire ad arbitrare in serenità, finendo, come è successo in occasione del derby contro la Bcc Agropoli, di utilizzare un metro diverso e di penalizzare conseguentemente ed inevitabilmente la squadra di casa. Un modo di fare, questo, che per bocca di patron Longobardi, la Givova Scafati ha deciso di esplicitare e condannare, affinché simili episodi dettati da un atteggiamento premeditato nei confronti dell’ambiente scafatese, possano avere finalmente termine.
Antonio Pollioso
Ufficio Stampa
Givova Scafati Basket