Salerno: L’ex Cinema Diana diventa “Sala Pier Paolo Pasolini”

pasolini

Giovedì 25 febbraio, ore 11, all’interno dell’evento “Dino Pedriali (Pier Paolo Pasolini – Nostos: il ritorno) 1975 – 1999” e “La parola innamorata-Incontri sull’opera di Pier Pasolo Pasolini”, prodotte dall’associazione culturale Tempi Moderni, si tiene la cerimonia d’inaugurazione per la nuova intitolazione dell’ex cinema Diana. Lo spazio di via Lungomare Trieste viene dedicato a Pier Paolo Pasolini.

Alla tavola rotonda, moderata dal giornalista Peppe Iannicelli, sono previsti saluti e interventi di Vincenzo Napoli (sindaco ff di Salerno), Aurelio Tommasetti (rettore dell’Università degli Studi di Salerno), Ermanno Guerra (assessore alla Cultura del Comune di Salerno), Alfonso Cantarella (presidente Fondazione Cassa di Risparmio Salernitana), Marco Russo (presidente associazione culturale Tempi Moderni), Alfonso Amendola (docente di Sociologia degli Audiovisivi Sperimentali presso l’Università degli Studi di Salerno), Pina De Luca (professore ordinario di Estetica presso il Corso di laurea in Filosofia dell’Università degli Studi di Salerno).

Sarà Dino Pedriali – l’artista che, dal 26 febbraio al 16 marzo, porta a Palazzo Fruscione la personale ritraente Pier Paolo Pasolini, in scatti realizzati tra Chia e Sabaudia – a scoprire la targa all’esterno dell’ex cinema Diana. Lo spazio verrà dedicato a Pasolini e al suo interno sarà esposto il suo ritratto icona, opera generosamente donata dall’artista Dino Pedriali al Comune di Salerno.

<>. Così l’assessore alla Cultura presso il Comune di Salerno, Ermanno Guerra, sulla nuova intitolazione dell’ex cinema Diana. <>.

A fargli eco, il presidente dell’associazione Tempi Moderni, Marco Russo. <>.

Dino Pedriali
Nato a Roma nel 1950, sale alla ribalta per i suoi scatti a Man Ray, affermandosi in seguito come fotografo dei maggiori esponenti dell’arte e della cultura italiana e internazionale: Giorgio De Chirico, Alberto Moravia, Federico Fellini, Andy Warhol. Nel 2004, in occasione della retrospettiva “Nudi e Ritratti – Fotografie dal 1974/2003”, il critico d’arte Peter Weiermair definì Pedriali il “Caravaggio della fotografia del Novecento”. Fondamentale per la sua notorietà fu la sua serie di scatti a Pier Paolo Pasolini, realizzati nel 1975. Saranno le ultime immagini della vita dello scrittore, pochi giorni prima della sua tragica scomparsa all’idroscalo di Ostia. Tra le mostre personali: “Omaggio a Andy Warhol”, Galleria Target, Torino, 1987; “Pier Paolo Pasolini Testamento del Corpo”, Shauspielhaus, Düsseldorf, Berlino, 1988; “Atelier Man Ray”, Galleria Giò Marconi, Milano, 1996; “Nurejev Corpo Pregiato”, Palazzo Marini, Milano, 1997; “George Segal – The Artist’s Studio”, MACRO, Roma, 2002; “Dino Pedriali: nature morte”, Galleria Luxardo, Roma, 2007; “LEUKO: Multimo di Me Stesso”, Takeawaygallery, Roma, 2014.

Associazione culturale per la Fondazione “Tempi Moderni”.
Il tempo e la modernità. Due parole chiave per comprendere il nostro contemporaneo partendo dalla cultura. “Tempi moderni” vuol essere un motore organizzativo e gestionale che al contempo non vuol mai spegnere “lo stupore come conoscenza”, senza dimenticare lo sguardo verso orizzonti di sensibilità nuove da varcare, da scolpire, da proteggere e muovendosi su un duplice piano: progettazione culturale di respiro nazionale ed internazionale; forte coesione con l’associazionismo culturale presente sul territorio. Da qui l’esigenza di “Tempi moderni” nel voler sviluppare una progettualità condivisa. E per far questo serve un assieme di uomini e donne straordinari e rigorosamente professionali. “Tempi moderni” vuol mettere in campo: condivisioni di strategie, amplificazione di sensibilità, pratiche di socializzazione, linee di innovazione, metodologie eterogenee, concatenamenti emozionali, luminosità del sapere e invenzione. “Tempi moderni” ha l’obiettivo di creare un felice cortocircuito tra imprenditori e accademici, tra amministratori e mondo delle professioni, tra sensibilità giovanili e competenze di chiara fama. “Tempi moderni”, vuol ritrovare la sublimazione della bellezza. Sì, la bellezza! Perché per chi continua a credere nella collettività delle “pratiche del pensiero” la bellezza è l’unico, vero motore di costruzione.

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