Terremoti: la catastrofe della disinformazione

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Nel pomeriggio di ieri, martedì 23 febbraio 2016, è andata in scena l’ennessima pantomima del “terremoto vesuviano”. I soliti ignoti della disinformazione hanno messo in circolo la notizia falsa, falsissima, che una scossa di terremoto era stata avvertita in alcuni comuni alle falde del Vesuvio.

Il successivo tran-tran mediatico che di social in social è passato di bocca in bocca ha reso la falsità “vera”, ingigantendola, di volta in volta, di nuovi dettagli. Qualcuno è arrivato anche a dare con certezza la magnitudo del terremoto mai avvenuto. Pazzesco! Una farsa mediatica a danno dei cittadini, probabilmente orchestrata da chi, in modo subdolo, approfitta della paura per ottenere un click e un briciolo di visibilità in più.

Ci rivolgiamo, oggi, con questo scritto, ai nostri lettori per fornirgli alcuni strumenti e conoscenze validi a riconoscere una notizia vera da una falsa così da non cadere più nella vergognosa e catastrofica trappola della disinformazione.

Come prima cosa i terremoti non devono sempre e per forza allarmarci. Nel distretto vulcanico vesuviano, vista la natura del territorio, sono una cosa assolutamente normale. Probabilmente mentre state leggendo questo scritto la terra ha tremato e voi neanche ve ne siete accorti. Vi sorprenderà sapere che nello scorso mese di gennaio, stando ai dati ufficiali rilasciati dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) di cui fa parte il glorioso Osservatorio Vesuviano, sono stati registrati ben 77 eventi sismici in zona, tutti di lieve entità e perciò non avvertiti dalla popolazione.

È importantissimo imparare che in Italia l’ente preposto al monitoraggio dei terremoti è l’Ingv, tra i primissimi istituti scientifici al mondo per serietà e competenza, munito di una strumentazione sofisticata e sensibile che avvolge come una rete tutto il territorio nazionale. Quando la terra trema nel nostro Paese l’Ingv lo rileva e lo comunica al pubblico nel caso la scossa sia abbastanza forte, magnitudo superiore a 2, da generare un tremolio che potrebbe essere avvertito dalla popolazione.

Detto questo risulta ovvio che ogni notizia fondata che riguarda i terremoti avvenuti in Italia deve sempre essere messa in riferimento alla fonte dati fornita dall’Ingv. Per essere ancora più chiari se un sito web, un giornale o altro mezzo di informazione, comunica che si è verificato un terremoto e non cita che questo è stato confermato dall’Ingv prendete la notizia per quella che è: una chiacchiera inutile, un gossip.

L’Ingv ha, inoltre, messo in piede negli ultimi anni un funzionale sistema per comunicare rapidamente ad un vasto pubblico le notizie relative agli eventi sismici di magnitudo superiore a 2. Basta seguire i profili Facebook o Twitter denominati “IngvTerremoti” dove entro pochissimi minuti dal terremoto vengono forniti tutti i dati tecnici dell’evento più un link che vi rimanda al sito web istituzionale per gli opportuni approfondimenti e aggiornamenti. Superfluo dire che se qualcuno vi dice che si è verificato un terremoto a mezzogiorno, si fa per dire, e sui profili social “IngvTerremoti” non si ha notizia di questa cosa probabilmente vi stanno rifilando una balla.

Infine l’interazione col mondo della scienza e della ricerca non si limita ad una comunicazione a senso unico, l’Ingv ha predisposto un apposito sito web (www.haisentitoilterremoto.it) a cui ogni cittadino, che crede di aver avvertito un terremoto, può collegarsi e, compilando un apposito questionario, fare una segnalazione. Il sito web è inoltre fornito di numerose mappe tematiche e informazioni aggiuntive.

Ferdinando Fontanella
Twitter: @nandofnt

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