Circa 200 persone sono intervenuti alla serata inaugurale visitando la mostra e partecipando all’incontro con Ivan Romano ,fotoreporter salernitano le cui foto scattate sul confino serbo croato fanno parte del percorso espositivo.
All’incontro che ha aperto la mostra insieme ad Ivan Romano hanno partecipato Antonio Bonifacio del Laicato saveriano, Padre Mario Gallia rettore dell’Istituto saveriano di Salerno ed il Professor Massimiliano D’Aiuto, laico saveriano e +d uno dei curatori della mostra.
Il confine – è stato sottolineato – ci identifica, e ci può schiacciare o aprirci ad altre possibilità. Questo in estrema sintesi il messaggio su cui la mostra vuol chiamare i visitatori a riflettere.
Il confine può essere inteso come ciò che unisce i territori o li separa. La riflessione che propongono i promotori della mostra è recuperare il senso del confine come luogo che serve a distinguere ma non a dividere, come luogo che deve favorire l’incontro e non il respingimento.
Ciò vale sia per confini politici, geografici, territoriali che per quelli personali. Anche di questi si parla nella mostra , a volta – ci tengono a sottolineare i promotori – essi diventano un ostacolo alla crescita , alla pienezza della vita,, sono confini che non si valicano, si sceglie di abitare isolati in un proprio mondo che finisce per schiacciare e tormentare.