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Iaccarino: “Pronto soccorso a Sorrento è primo diritto del turista”

costanzo iaccarino“E’ una autentica vergogna. Mentre il nostro territorio si sforza di assicurare standard qualitativi sempre più elevati, in ogni ambito, si ritrova a dover pagare lo scotto derivante dalle condizioni in cui versa un sistema sanitario evidentemente deficitario”. E’ questa l’amara considerazione di Costanzo Iaccarino, Presidente della Federalberghi della Penisola Sorrentina e campana, alla vigilia dell’inizio della stagione turistica 2016.

 

 

Fermamente convinto dell’esigenza di potenziare innanzitutto il servizio di Pronto Soccorso almeno nei periodi in cui Sorrento e le altre realtà della Costiera sono affollate da italiani e stranieri che privilegiano la Terra delle Sirene, Iaccarino aggiunge: “L’ articolo 28 della legge regionale 18 del 2014 (che riguarda l’ organizzazione del sistema turistico in Campania) prevede che si proceda  a redigere la Carta dei Diritti del Turista. In questo senso ritengo che il primo diritto che va riconosciuto ai nostri ospiti è quello di poter fare affidamento su un’adeguata assistenza sanitaria, soprattutto sul fronte del primo soccorso. Purtroppo invece è evidente che così non è. I servizi disponibili sul territorio continuano a risultare inadeguati anche alla luce delle particolarità che si vengono a determinare proprio durante i periodo di alta stagione”.

 

Non può essere dimenticato, ad esempio, che già a partire dai prossimi giorni Sorrento non sarà più “abitata” solo dai suoi 16mila residenti e dovrà far fronte alle esigenze che si vengono a determinare per effetto di oltre due milioni di presenze che si concentrano proprio in alta stagione

Rispetto a questo ci si aspetterebbe un potenziamento esponenziale dei servizi di pronto soccorso che, viceversa, restano gli stessi di sempre.

 

“Non di rado – conclude Iaccarino – ci troviamo in condizioni di serio e grave imbarazzo nel tentare di giustificare come sia possibile che realtà evolute come quelle della costiera possano contare su un sistema di assistenza sanitaria che non sarebbe tollerabile nemmeno se posto al servizio di un improvvisato campo profughi. Non mancheremo di far sentire la nostra voce a chi è chiamato a dare risposte”.

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