Vent’anni fa,il 7 marzo 1996, entrava in vigore la legge 109/96 per l’uso sociale dei beni confiscati alle mafie, grazie alla raccolta di un milione di firme promossa da Libera.
Una legge che ha rappresentato uno spartiacque nella lotta al crimine organizzato sia nel metodo – saldando l’aspetto repressivo con quello rigenerativo e sociale – sia nei risultati, con la restituzione alla collettività di migliaia di beni rubati dai poteri criminali. Lunedi’ 7 marzo 2016 ricorrono 20 anni dall’entrata in vigore della legge sul riutilizzo sociale dei beni confiscati e nell’occasione Libera in collaborazione con le centinaia di realtà cooperative e associative che in Italia gestiscono i beni confiscati organizza “BeneItalia. Beni confiscati restituiti alla collettività”, una iniziativa di riflessione e confronto sul tema dove associazione e cooperative sociali “aprono le porte” ai cittadini, alle scuole, ai giovani, alle istituzioni per accogliere e raccontare i risultati raggiunti ma anche evidenziare i nodi e le contraddizioni da risolvere.
Oggi sono oltre 500 le realtà che gestiscono quelle terre e quegli immobili,con l’onere non indifferente di trasformarli in luoghi di lavoro, di formazione, di cultura, di accoglienza e servizio alle persone deboli. Lunedì 7 marzo oltre 150 appuntamenti in tutto il paese con visite guidate, incontri, biciclettate e iniziative sui beni confiscati alle mafie con la partecipazione di studenti, scuole, cittadini, associazione, scout, parrocchiecon lo scopo non solo di far toccare con mano il valore di queste esperienze, ma anche di suscitare quell’impegno trasversale che da sempre garantisce il loro sviluppo e la loro continuità nello spirito di condivisione che ha sempre caratterizzato questo percorso.
“In questi vent’anni- ha dichiarato Luigi Ciotti, presidente nazionale Libera- molte di queste realtà sono diventate palestre di democrazia, occasioni di lavoro pulito, vero, di accoglienza per le persone fragili e in difficoltà, di formazione e impegno per migliaia di giovani che volontariamente, ogni anno, vi passano parte dell’estate.Insomma segni di speranza in territori che la speranza avevano perso, dimostrazioni che la ribellione alle mafie (e alle forme di corruzione e di parassitismo che le facilitano) è possibile se tutti – cittadini e amministratori, associazioni e istituzioni, politica e economia, mondo laico e cattolico – ci assumiamo le responsabilità del bene comune, comportandoci come il cittadino onesto, responsabile e solidale di cui parla, ma soprattutto a cui parla la Costituzione”.
Tanti appuntamenti in Campania, in provincia di Napoli presso la sede dell’ Ente Parco Nazionale del Vesuvio ad Ottaviano mattinata con visita delle scolaresche e attività dedicate alla cura dell’orto sociale; a Bacoli l’ Associazione Asgam Onlus organizza passeggiata con il S. Rita, l’imbarcazione confiscata con partenza da Mergellina e arrivo Villa Ferreti villa confiscata alla camorra ubicata sotto il castello di Baia. A Quindici in provincia di Avellino, la Cooperativa Oasi Project presso il Maglificio Cento Quindici Passi, mattinata con visita guidata e laboratori per scuole, e aperitivo con i prodotti provenienti dalle terre confiscate alle mafie. Nel casertano presso la Cooperativa “Le terre di don Peppe Diana, libera terra”, mattinata di apertura alle visite didattiche e pomeriggio, incontro con le associazioni del territorio. Infine nel salernitano ad Eboli presso Località Corno d’Oro incontro con il liceo artistico di Eboli, per dipingere una parete bianca ispirandosi al tema della legalità.