“Non farmi ridere sono una donna tragica”, al Sancarluccio con Gea Martire

Gea Martire e Massimo Andrei-2Al Teatro Sancarluccio di Napoli,  Gea Martire, attrice oplontina, proveniente anni fa dal teatro amatoriale, è stata  protagonista di “Non farmi ridere sono una donna tragica”, lavoro scritto, diretto e interpretato da Massimo Andrei.

Il racconto scenico è animato da un  studioso, Carlo Rimetti (Massimo Andrei) che, da pensatore estemporaneo, vuole analizzare l’amore, quello privo di ogni fine camaleontico, studiando i modi di fare di Silvana (bravissima Gea Martire, che il copione fa lavorare tanto). E’ una donna che nel suo vivere giornaliero ha atteggiamenti  tragi-comici.

Altro personaggio è Carmine (interprete lo stesso Andrei, un uomo che trasmette amore, anche se (afferma la presentazione) “alle persone preferisce i  cactus“. “La volontà principale, dice Andrei, è quella di raccontare l’animo umano attraverso un’eroina tragica, ma non c’è niente di più comico della tragedia in quanto si finisce per sorridere della vita, osservando le complicazioni, le contrarietà e i patimenti che i nostri limiti portano con sé”.

Gea  Martire è partita da Torre Annunziata con la valigia piena di sogni, che oggi siamo sicuri si sono realizzati, pervenendo ad una maturità artistica notevole, attraverso cui ha ottenuto il giusto successo in teatro, nel cinema, e nelle fiction televisive con opere dirette da grandi registi, quali ad esempio Dino Risi,Giancarlo Giannini), Nanni Loy, Carlo Verdone, Ettore Scola, Carlo Vanzina, Vincenzo Terracciano ed altri. Torre può così vantare una stella del palcoscenico nonché del grande e piccolo schermo.

Massimo Andrei Interprete poliedrico nell’interpretazione  di diversi personaggi, è nato a Napoli, si è laureato sul rapporto tra teatro e antropologia. Sin da giovane età si è dato al palcoscenico ed ha debuttato con Ernesto Calindri, poi è stato diretto da registi quali Giancarlo Cobelli, Antonio Calenda, Eugenio Barba e Pier Paolo Sepe.

In parecchi spettacoli ha recitato con attori della tradizione partenopea, quali Carlo Giuffrè ed è stato in cinque stagioni con la compagnia di Vincenzo Salemme. Ha scritto per il teatro e diretto Lunetta Savino in “Tina fai presto non devi sognare”, dramma grottesco sulla famiglia. E’ andato in scena con testi suoi, quali Pappadà, colori e dolori dell’immigrazione, o con “Prima iurnata”, ispirata alla vita ed ai cunti di Giambattista Basile. E’ stato protagonista di testi di Annibale Ruccello e Manlio Santanelli, nonché autore radiofonico e televisivo. Ha pubblicato, per Tullio Pironti Editore, “Le vecchie vergini” favola oscena, ambientata in una Napoli irreale.

Nel cinema con “Madre Natura”, ha vinto parecchi premi tra cui quello internazionale della critica alla 62° Mostra del Cinema di Venezia.

Federico Orsini

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