Appalto per la manutenzione degli impianti di sorveglianza negli Scavi, il Tar della Campania annulla gli atti della gara.
E’ la decisione presa dai giudici del tribunale amministrativo di Napoli in favore del Consorzio Ceir che l’ha spuntata nel giudizio contro il ministero dei Beni culturali.
Tutto ruota intorno ad un appalto da circa 2 milioni di euro per una durata di 36 mesi ed assegnato ad una ditta di Bari.
Nello scorso mese di aprila la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Pompei, Ercolano e Stabia ha indetto una procedura aperta, con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, per l’affidamento della «manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti tecnologici negli edifici e nei siti archeologici di Pompei, Ercolano e Stabia, inclusi i lavori di adeguamento funzionale e normativo degli stessi e la implementazione del sistema informativo degli impianti».
Al termine dell’iter della procedura di gara però il consorzio Ceir di Ravenna ha presentato ricorso al Tar Campania chiedendo l’annullamento della gara e un risarcimento danni. In primis il consorzio Ceir ha contestato davanti al tar “la mancata verbalizzazione delle operazioni di gara compiute dalla commissione in seduta riservata” e “tre specifiche contestazioni all’attività di valutazione delle offerte compiuta dalla commissione”.
Così i giudici del Tar (Salvatore Veneziano, Paolo Corciulo, Antonio Andolfi) hanno accolto il ricorso, non tanto per i criteri sull’assegnazione dei punteggi alle offerte ma più per la scarsa trasparenza dell’iter di gara.
La gara è stata annullata e la Soprintendenza condannata a pagare le spese processuali ed a rifare tutto l’iter a partire dalla valutazione delle offerte.
Raffaele Cava