Domenica 13 marzo 2016 l’Associazione culturale locus iste vi condurrà alla scoperta dei luoghi, delle storie e dei personaggi che nei secoli hanno animato Castel dell’Ovo.
Protagonista della narrazione sarà Megaride, isolotto intriso di storia e di leggenda, capace di racchiudere in sè i misteri più profondi e le vicende dei personaggi più illustri che hanno reso immortale la città.
Tra le sue mura, le sue stanze, le sue prigioni, i suoi torrioni quante vite, quanti destini, quanti accadimenti. Quanti amori tragici e infelici di cui la nostra città serba ancora il ricordo.
Il ricordo della sirena Partenope, da cui Napoli ha derivato l’altro suo nome, e del suo amore non corrisposto per Ulisse. Legata a questo scoglio è anche un’altra leggenda, quella che racconta del grande amore tra Sebeto, ricco signore che abitava una rigogliosa campagna nei pressi di Napoli, e Megara a cui durante una passeggiata in barca, furono fatali le tempestose acque del golfo.
Ma Castel dell’Ovo nei secoli ha più volte mutato volto e funzione. Nel I sec d.C. l’isola ha ospitato il castrum lucullanum, la lussuosissima villa del console romano Lucullo, divenendo in seguito castello e sede delle corti angioina e aragonese, di cui resta uno splendido loggiato, sino a trasformarsi anche in tetra prigione di sovrani come Romolo Augustolo, ultimo imperatore di Roma, e della discussa Regina Giovanna che regnò su Napoli nel XIV secolo.
Un piccolo cenobio di monaci basiliani vi si insediò nel VI secolo lasciando come testimonianza della propria presenza la Chiesa del Salvatore che rappresenta la parte più antica del castello.
E proprio negli antichi romitori dei basiliani la storia tramanda che nel VII sec. avesse soggiornato con le sue consorelle colei che sarebbe diventata una delle sante ancora oggi più venerate di Napoli, città di cui è compatrona: Santa Patrizia.
Indissolubile resta il legame della città anche con il poeta mago Virgilio e con il mitico uovo da cui un tempo dipendeva il destino della nostra città. Tra torri, cannoni e panorami mozzafiato, l’Associazione culturale locus iste vi aspetta per farvi conoscere questa favola antica scritta sulla sabbia delle coste Platamonie e nel secolare tufo giallo napoletano.