“Novantadue Falcone e Borsellino 20 anni dopo” di Claudio Fava (scrittore catanese) è il titolo dello spettacolo in scena, dal 15 al 20 marzo prossimi, al Piccolo Bellini; gli interpreti sono: Filippo Dini, Giovanni Moschella, nei panni rispettivamente di Falcone e Borsellino e Pierluigi Corallo, che rappresenta tutti i volti del male.
Per l’autore, l’arte “gli scende da li rami”, sia nel teatro che nella lotta alla mafia, in quanto è figlio di Giuseppe Fava, fondatore del mensile “I Siciliani”, foglio di approfondimento sulla mafia divenuto poi manifesto della libertà di stampa in Sicilia; il giornale si trasformò in un organo senza padrini né padroni, un vero e proprio scompiglio nella informazione regionale siciliana, spina nel fianco dei mafiosi e dei politici collusi del tempo.
Il fondatore del mensile fu ucciso da un clan mafioso. “Il testo – spiega l’autore – nasce dal desiderio di raccontare la dimensione più autentica e quotidiana di Falcone e Borsellino, che nulla toglie o sottrae al senso della loro battaglia, li completa come esseri umani. Un’ umanità fatta di vitalità, di solitudine, di senso profondo del dovere: un rapporto di amicizia che non può essere cristallizzato in un fermo immagine, ma che nasce da un’ idea di militanza civile e umana.
E’ la prima volta che un’opera teatrale di Claudio Fava , fa tappa a Napoli; scritto in occasione del ventennale delle stragi di Capaci e Via D’Amelio, il testo ripercorre gli ultimi momenti di vita dei due magistrati che sanno di non avere più come alleato il tempo.
E’ una corsa che parte dalla loro ultima notte all’Asinara, dove furono inviati per completare gli atti finali del dibattimento, entrato nella storia per essere stato il più grande processo mai celebrato al mondo contro la criminalità. Eccellente,dice la presentazione, la regia di Marcello Cotugno, che si avvale della interpretazione di tre bravi attori.
Federico Orsini