“La centrale nucleare del Garigliano non sarà deposito nazionale per i rifiuti radioattivi e, se saranno rispettati i tempi per la preparazione del deposito nazionale, nel 2028 sarà interamente bonificata e restituita alla collettività per essere trasformata in un museo dell’energia”.
Queste le parole del consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, che, in occasione del quinto anniversario della tragedia di Fukushima, ha fatto un sopralluogo nella centrale insieme a una delegazione di esperti della Campania, guidati dal cooportavoce regionale, Vincenzo Peretti.
Insieme ai rappresentanti dei Verdi c’erano il dirigente della divisione Regolatorio Sogin, Ivo Velletrani, e il responsabile dei lavori di bonifica della centrale, Fabrizio Scolamacchia.
“Stando ai programmi, il deposito nazionale dovrebbe essere pronto per il 2025 e quindi, una volta portati via i rifiuti radioattivi conservati nella centrale, si potrà procedere con la bonifica definitiva dell’area e della struttura che sarà l’unica, tra quelle presenti in Italia in dismissione, che non sarà abbattuta perché è considerata un esempio di architettura industriale da preservare e conservare” ha affermato Borrelli che ha continuato dicendo: “non c’è ancora nessuna decisione sul futuro, ma la soluzione più saggia sarebbe proprio quella di creare lì un museo dell’energia, anche per ricordare l’impegno degli ambientalisti che, caso unico al mondo, per ben due volte hanno dovuto chiedere un referendum per far sì che la popolazione dicesse la sua sull’opportunità di investire nell’energia nucleare”.
“Abbiamo notato con estremo piacere che è cambiata la politica della Sogin che, negli anni scorsi, era restìa ad aprire la centrale all’esterno, mentre oggi è molto più disponibile tanto che, annualmente, permette anche l’accesso controllato a chiunque ne faccia richiesta” ha sottolineato Borrelli per il quale “in questo modo si permette a tutti, e soprattutto a chi vive in quelle zone, di rendersi conto del lavoro che si sta facendo per mettere in sicurezza l’area ed evitare problemi oggi e in futuro”.
“Tra l’altro, a garantire la trasparenza di quanto si sta facendo nella centrale c’è anche il Tavolo della trasparenza per le attività di dismissione della centrale nucleare del Garigliano, istituito formalmente dalla Regione Campania, dove Sogin illustra gli avanzamenti dei lavori” ha detto Borrelli precisando che “ne fanno parte rappresentanti istituzionali e del mondo dell’associazionismo”.
“La visita alla centrale nucleare ha confermato quanto fosse sbagliata la scelta di puntare sull’energia nucleare che lascia residui che poi richiedono decenni e, addirittura, secoli per perdere la loro radioattività e quindi la loro pericolosità” ha concluso Borrelli evidenziando che “l’ulivo piantato qualche anno fa nel corso di una manifestazione tenutasi all’esterno della centrale nucleare sta crescendo regolarmente e si trova a metà strada tra la centrale e un campo, non coltivato, che è stato interamente ricoperto di pannelli solari, quasi a voler simboleggiare l’abbandono del nucleare per scelte più attente all’ambiente e al nostro futuro oltre che alla nostra sicurezza”.