Napoli, camorra: quel tatuaggio del gruppo di “Cavalleggeri”

tatuaggio

“Swazz ’78”: sarebbe questo il tatuaggio identificativo interno al gruppo malavitoso facente capo ad Alessandro Giannelli, ras emergente del rione “Cavalleggeri” di Napoli e attualmente detenuto. Secondo alcune indiscrezioni alcuni fedelissimi di Giannelli contraddistinguerebbero con tale effige la fedeltà incondizionata al proprio leader.

Sottovalutato: questo “radio mala” mormorerebbe in merito alla carriera criminale di Alessandro Giannelli. Scaltro, violento e arrivista l’uomo avrebbe allacciato rapporti di “lavoro” con potenti clan partenopei per accaparrarsi il controllo degli affari illeciti su Bagnoli, Fuorigrotta, Pianura e soprattutto per avere voce in capitolo, sempre sotto il profilo mafioso, negli appalti dell’ormai prossima Bagnoli Futura.

Insomma una vera e propria mente del crimine con una personalità ben spiccata e pronta a tutto pur di far capire chi comanda in quell’area di Napoli. Le vecchie famiglie non starebbero a guardare: troppo sangue sull’asfalto, troppo grossi gli interesse per credere in una resa senza condizioni alle ambizioni criminali di Giannelli. Le forze dell’ordine presidiano ininterrottamente la zona per scongiurare agguati e ritorsioni che potrebbero non tardare a venire.

Le unità dell’esercito continuano ad avere un ruolo marginale e a suscitare più ilarità che altro tra i residenti. Quando e come questi poco più che ragazzi dovrebbero intervenire non è chiaro a giudicare dall’immobilismo di un servizio che secondo alcune fonti gli stessi malavitosi “snobberebbero”. D’altro canto senza adeguate campagne di prevenzione e sensibilizzazione nelle scuole, nelle associazioni e nelle parrocchie è assurdo pensare di combattere la camorra con la sola repressione. Film già visti, discorsi già fatti in una città dove si è troppo presi a livello politico dall’imminenti amministrative locali per accorgersi dell’emergenza che quotidianamente compromette il vissuto degli onesti napoletani. In sintesi: tra parenti, compari, affiliati, simpatizzanti è un mare di gente a vivere nella più oscura illegalità e all’ombra della camorra.

Gente pronta a regalare la propria vita al miglior offerente e lontana anni luce dal concetto di “civiltà” e “onestà”. Francamente o si creano condizioni diverse in cui far crescere i giovani napoletani o sarà quasi impossibile debellare una piaga che storicamente insudicia l’immagine della città.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.