Antonio Bassolino ed il suo ricorso bis ancora bocciato dalla commissione di garanzia per le primarie del centrosinistra a Napoli. L’ex sindaco si era opposto alla proclamazione di Valeria Valente quale candidata a primo cittadino del capoluogo partenopeo per il Pd. L’esponente renziana era risultata vincitrice dai risultati che l’hanno vista avanti con circa 400 voti di scarto.
Bassolino aveva fatto appello alla commissione di garanzia, dopo che un suo primo ricorso era già stato respinto, chiedendo l’annullamento del voto in cinque seggi napoletani.
Secondo la tesi sostenuta da Bassolino le pratiche emerse dinanzi a quei seggi e documentate nel video diffuso da Fanpage, costituivano una chiara violazione dei principi costituzionali che garantiscono il libero esercizio del voto.Di qui la richiesta, oggi respinta, di annullare il voto almeno nei singoli seggi.
«Non ci hanno consentito di rivedere i verbali. É anomalo anche che il presidente della commissione abbia votato contro il ricorso, segno di quanto era super partes». Così si è espresso Antonio Giordano, rappresentante di Bassolino. Per il segretario provinciale Pd Venanzio Carpentieri, nell’annunciare che a breve convocherà tutte le forze politiche che dovranno appoggiare la candidata democratica, adesso bisogna riaprire il dialogo con Bassolino.
Valeria Valente è dunque proclamata vincitrice delle primarie. Ora spetta a Bassolino la scelta se annunciare la candidatura a sindaco sostenuto da liste civiche.
Un risultato, del resto, relativamente scontato soprattutto dopo le dichiarazioni dello stesso segretario-premier Matteo Renzi che si era già schierato con Valeria Valente affermando che era “…lei la vincitrice della primarie”. Del resto, nella commissione di garanzia per le primarie del centrosinistra, unico organo deputato a giudicare le consultazioni i bassoliniani sono in minoranza. Le regole di questo “gioco”, che purtroppo per il Partito Democratico si è trasformato in tutta Italia in una specie di farsa, erano state sottoscritte dallo stesso Bassolino.
Mercoledì, invece, la commissione di garanzia del Partito Democratico deciderà sul comportamento dei singoli individuati “accusati” dai filmati.