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San Sebastiano al Vesuvio, Capasso divide et impera

san sebastiano al vesuvio municipio comuneLa grandissima partecipazione del 6 marzo  alle primarie PD di san Sebastiano al Vesuvio ha reso evidenti due aspetti: la capacità organizzativa dell’unico partito presente sul territorio con una propria sede, e il riconoscimento della cittadinanza a tale formazione politica quando si presenta compatta.

L’ex sindaco Capasso

Dopo la pessima esperienza del gruppo Uniti per San Sebastiano, lista civica guidata in modo personalistico dal sindaco Giuseppe Capasso, i militanti del partito e gli ex amministratori hanno deciso di proseguire il percorso politico riconoscendosi nelle regole del Partito Democratico che, in mancanza di unità interna, rimette nelle mani dei cittadini le indicazioni sul futuro governo. Regole che dovrebbero anteporre il bene comune ai personalismi e alle legittime ambizioni personali.

Partita la macchina organizzativa cittadina, i quattro candidati si sono caratterizzati ognuno secondo il proprio profilo:

Salvatore Sannino ha proseguito il suo attivismo sul territorio, contando sul rapporto con i dipendenti che guidava come assessore all’Ambiente e puntando sul porta a porta.

Giuseppe Panico ha condotto la sua campagna in una fase di ascolto nei condomini, nelle attività produttive e negli studi professionali, alternando confronti nei Forum delle idee con cittadini, forze sociali e produttive, con parlamentari e consiglieri regionali.

Gianluca Sannino ha promosso una mobilitazione generazionale forte con grosso entusiasmo dei giovani del territorio organizzando inoltre un paio di incontri con i suoi supporter, in cui si confrontava con alcuni parlamentari.

Domenico Ramondino ha preferito un porta a porta tra i professionisti, i cittadini di alcune zone e promuovendo il suo programma su manifesti e brochure.

L’entusiasmo iniziale ha dato l’impressione che finalmente il popolo democratico potesse incidere sulle scelte future del proprio partito. Gli ultimi giorni di campagna elettorale, l’afflusso al voto e il risultato finale hanno mostrato tutt’altro aspetto.

Salvatore Sannino

Dopo i primi posizionamenti di ex amministratori verso l’uno o l’altro candidato, si sono susseguite  prese di distanza dalle primarie e improvvisi cambi di equilibrio interno, facendo sperare nel rinnovamento richiesto dall’elettorato Pd. Le opposizioni disegnano da tempo i partecipanti tutti come fedelissimi di Capasso, chi ha seguito da vicino la legislatura invece conosce la realtà dei rapporti interni al Pd. E le urne lo hanno confermato. Salvatore Sannino ha vinto con il 44% dei votanti, Peppe Panico segue al 32%, Gianluca Sannino segue col 21% e Ramondino con il 3%.

Ora bisogna capire se la novità di Gianluca Sannino è stata pilota da Capasso per sottrarre voti a Peppe Panico, che durante la legislatura ha sempre garantito la governabilità dell’amministrazione, ma che nelle competizioni interne al Pd si è sempre contrapposto ai capassiani sostenendo prima Renzi contro Bersani e poi De Luca contro Cozzolino.

Agli occhi della cittadinanza Panico ha peccato d’ingenuità, cadendo nuovamente nel trappolone di Capasso e Sannino che lo tagliarono dall’amministrazione dopo soli cinque mesi nella vicenda della quota rosa che portò la Riccardi in giunta e che, di fatto, lo ha escluso dalla gestione comunale per tutta la legislatura.

Il  popolo democratico ha lanciato un messaggio chiaro a Capasso e alle opposizioni: rinnovamento in una formazione politica tradizionale ma con visione innovativa.

Analizzando i voti dei tre candidati di rinnovamento, si evince che il 56% dei votanti punta ad una nuova classe dirigente, ed è noto che parte dell’elettorato di Salvatore Sannino invoca discontinuità con Capasso.

Verrà quindi rispettata la volontà popolare, oppure si toglieranno le maschere tutti gli attori di questa finta recita?

Durante i dibattiti pubblici i cittadini chiedevano che ruolo avesse Capasso in questa competizione fosse di neutralità, stessa cosa sostenevano i candidati. Posizione che avrebbe dovuto rispettare la volontà del popolo democrat, concedendo all’ex sindaco, padre padrone di San Sebastiano, la possibilità di mettere a disposizione dell’amministrazione la sua decennale esperienza.

I candidati di rinnovamento rispetteranno questo intervento a gamba tesa dei capassiani a favore di Salvatore Sannino negli ultimi giorni? I sostenitori di Salvatore Sannino che a settembre invocavano le primarie per non permettere a Capasso di imporre il suo candidato, ora accettano il suo appoggio?

Per avere il quadro complessivo del territorio bisogna interrogarsi sui motivi che avrebbero spinto alcuni esponenti del nuovo raggruppamento che sta nascendo intorno a Forza Italia ad impegnarsi in una campagna di disturbo, dividendosi tra i vari candidati. Alcuni sono stati visti entrare a votare nel seggio. Le circa 30 schede annullate durante lo scrutinio potrebbero essere ricondotte a loro, che forse mossi da curiosità, potrebbero essere entrati nel seggio ad annullare la scheda. Come mai un’ex assessore comunale che ha amministrato fino all’ultimo giorno di legislatura del Capasso ter e suo parente, si è messo a sottrarre voti a Panico a favore di Sannino nonostante sia l’animatore del raggruppamento nato intorno a Forza Italia?

La maggioranza dei cittadini è indotta a pensare che il dividi et impera dei Capasso funzioni anche oggi nel 2016, poiché questa frammentazione creata ad arte dall’ex sindaco serve solo a ridare legittimità ad un suo ritorno per rimettere pace in questo caos che ha lui stesso provocato mentre usciva di scena.

Ivan Di Napoli

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