Un mostro, non più invisibile, di rifiuti e cemento morde la Campania, secondo l’ultimo Rapporto Ecomafia di Legambiente sono 3.725 reati ambientali, 37 arresti, 3636 persone denunciate e arrestate e 1.202 sequestri. Una istantanea di una regione da troppo tempo in balia dell’ecomafia e in generale della criminalità ambientale, che non è spiegata solo dalla Terra dei fuochi e dai suoi drammi, ma anche dai mille risvolti ecocriminali che in tutta la regione continuano a trovare uno dei territori d’elezione.
Di particolare rilievo, al riguardo, è lo sforzo investigativo compiuto in provincia di Napoli, che diventa la seconda in Italia come numero di illeciti (1647), seguita dalla Provincia di Salerno (1090). In Campania- denuncia Legambiente – l’intreccio tra camorra e politica è un impasto di cemento. Licenze edilizie fantasma, ordinanze di demolizione nascoste nei cassetti, piani regolatori e appalti truccati, abusivismo. Un assegno in bianco da mettere nella cassaforte dei clan e una manna per i colletti bianchi del mattone. La Campania si conferma a livello nazionale la regione più sfregiata dal mattone selvaggio con 835 infrazioni, il 14,5% sul totale, con 1.020 persone denunciate, tre arresti e 260 sequestri. In provincia di Salerno sono 220 le infrazioni 291 persone denunciate e 21 sequestri effettuati, mentre alti sono i dati sul fronte dei rifiuti dove in Provincia di Salerno sono 166 infrazioni, 185 persone denunciate e 71 sequestri.
Di ecomafia e della nuova legge sugli ecoreati si parlerà domani mercoledì 16 marzo, alle ore 15.30, nell’aula 11 del Dipartimento di Sociologia, Scienze Politiche e Comunicazione dell’Università degli Studi di Salerno, in un incontro promosso da Legambiente dal titolo “Ecogiustizia è fatta! La nuova legge sugli ecoreati”, nell’ambito dell’iniziativa per “I 100 passi verso il 21 marzo”, la giornata della memoria e dell’impegno promossa da Libera.
Dopo i saluti di Annibale Elia, direttore del DISPAC, e del presidente del Consiglio degli Studenti, discuteranno: Adalgiso Amendola, professore di Sociologia del Diritto; Erminio Rinaldi, procuratore aggiunto; Aldo De Chiara, Avvocato Generale della Corte d’Appello di Salerno; Mariano Di Palma, Libera Campania; Stefano Ciafani, direttore generale Legambiente e Michele Buonomo, presidente Legambiente Campania
“L’ecomafia – denuncia Michele Buonomo, presidente Legambiente Campania – è sempre lo stesso mostro che continua a mordere il paese e a ucciderne la bellezza. Troppo pericolosamente, come raccontiamo da più di 20 anni. L’anno trascorso quello del 2015 è l’anno della legge che introduce finalmente nel codice penale uno specifico Titolo dedicato ai delitti contro l’ambiente, che punisce chi vuole fare profitti a danno della salute collettiva e degli ecosistemi. Uno strumento fondamentale per combattere anche quella zona grigia, dove impera la corruzione che è diventata il principale nemico dell’ambiente a causa delle troppe amministrazioni colluse, degli appalti pilotati, degli amministratori disonesti e della gestione delle emergenze che consentono di aggirare regole e appalti trasparenti. Necessario un cambio di passo, senza una lotta efficace contro le varie forme di criminalità ambientale non ci potrà mai essere nessuna svolta green in Campania, né il rilancio della nostra economia sotto il segno dell’efficienza, dell’innovazione e della sostenibilità”.
Per l’occasione sarà presentato il libro “Ecogiustizia è fatta – Storia di una lunga marcia contro l’ecomafia in nome del popolo inquinato”, a cura di Enrico Fontana, Stefano Ciafani e Peppe Ruggiero, con la prefazione di Roberto Saviano, che descrive in 128 pagine i 21 anni di lavoro di Legambiente per far approvare la legge dal Parlamento italiano.