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Napoli, concorso in polizia: scatta l’allarme truffa

concorso poliziaConcorso per il reclutamento di agenti della polizia di stato: è già allarme truffatori a Napoli. Le forze dell’ordine, e gli stessi poliziotti, sono al lavoro per verificare una serie di segnalazioni in merito a soggetti che garantirebbero il superamento del concorso in cambio di soldi.

Il reclutamento è riservato anche ai civili (ovvero non solo ai concorrenti provenienti, in forma diversa, dalle forze di polizia). L’ombra sinistra dell’“imbroglio” e quindi della truffa sembra aleggiare su Napoli. Secondo alcune indiscrezioni sarebbe già partita la lotteria delle raccomandazioni con tanto di listino prezzi o grado di appartenenza politica. Questa volta però i signori della truffa potrebbero veramente avere vita breve: complice l’inoccupazione e la rabbia accumulata negli anni da chi si è visto più volte privato dei propri diritti da lestofanti senza scrupoli le nuove leve “sane” si starebbero organizzando per portare immediatamente nelle aule di tribunale i responsabili degli attesi intrallazzi.

Perché i tempi cambiano ma la musica è sempre la stessa. Ed ecco che nascono gruppi sui social network, che ci si confronta tra giovani per ottenere informazioni utili sul corretto svolgimento di concorsi dai quali dipende il futuro di migliaia di persone. Solo abbattendo il muro di omertà che per troppo tempo ha protetto farabutti senza scrupoli rei di aver annullato le legittime aspirazioni di chi non ha mai avuto santi in paradiso sarà possibile riesumare la meritocrazia. Termine ormai talmente sconosciuto da essere difficilmente compreso dagli stessi giovani.

Parlano i fatti. Secondo alcune statistiche alla domanda posta negli istituti scolastici superiori in merito al desiderio di cimentarsi in pubblici concorsi un’altissima percentuale di alunni avrebbe così risposto: “Senza soldi o raccomandazioni politiche perderemo solo tempo”. Avvilente costatare un dato che paradossalmente è però noto a tutti da sempre. Ovviamente chi ha raggiunto il proprio scopo con parla, chi ormai è “entrato” non ha alcun interesse a denunciare il proprio immeritato successo. Ci si augura che questa volta la magistratura debitamente allertata dagli stessi giovani aspiranti poliziotti vigili con il massimo rigore sul corretto svolgimento delle varie fasi del concorso. In sintesi: chi finge di non sapere o vedere è altrettanto colpevole di chi mercanteggia cinicamente le speranze dei giovani.

Alfonso Maria Liguori

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