Salta il Consiglio Comunale. La maggioranza di fatto non c’è più, ma nessuno ha il coraggio di dirlo e di prendere le decisioni del caso. Non fanno in tempo a trovare gli accordi che già si rimangiano le parole. Ormai a Castel San Giorgio la faccia e la parola sono un optional, come i tappetini delle macchine dove poggiare i piedi. Mai la politica di Castel San Giorgio, a detta di qualche anziano del luogo, aveva raggiunto livelli cosi bassi.
Da dieci mesi la maggioranza che regge Pasquale Sammartino non fa altro che litigare mentre i problemi del paese si ingigantiscono. Ad ogni accordo subito dopo si sussegue una crisi e cosi di crisi in crisi la maggioranza non fa altro che litigare e restare ferma. Venerdì 18 marzo si è consumato l’ultimo atto di un’altra parola data e non mantenuta, di un accordo fatto e non rispettato. Il gruppo che fa capo ai consiglieri Capuano Manuel, Giuseppe Velluto e Francesco Spinelli, dopo la crisi di febbraio aveva accettato il ritorno in maggioranza per il dietrofront dell’ex Sindaco PD Andrea Donato (che aveva ricevuto l’incarico di super consulente dal Sindaco) e per un accordo sui dirigenti comunali che dovevano essere portati da 6 ad 8. Accordo fatto, ma ieri sera, prima di andare in consiglio comunale il sindaco ha comunicato alla sua maggioranza che non avrebbe mosso nulla e che comunque non avrebbe accontentato gli esponenti della sua maggioranza che chiedevano la responsabilità dei settori lavori pubblici (con l’Architetto Carmine Russo ex delfino di Antonio Lubritto Assessore regionale all’agricoltura) e dell’ambiente e protezione civile (con l’ing, capo Roberto Capuano acerrimo nemico dell’ex sindaco Donato e fedelissimo di Gabriele Capuano). Tutto ciò si svolgeva ad un’ora dal Consiglio Comunale e ciò ha provocato reazioni e ai tre consiglieri si sono uniti anche i quattro di centro destra del gruppo Fratelli d’Italia che fa riferimento ad Edmondo Cirielli (Lanzara Fiorenzo, Gioiella Aniello, Maria Sica e Carmelina Alfieri) che tutti inseme hanno deciso di dimostrare al sindaco che la pazienza ha un limite e cosi isette non si sono presentati in consiglio e la maggioranza è rimasta in quattro esponenti contro i cinque della minoranza. All’appello la minoranza non ha risposto e cosi il consiglio comunale è saltato.
“Non potevamo rispondere all’appello, – spiega il primo eletto della minoranza Michele Salvati (in foto)- da minoranza saremmo diventati maggioranza ed avremmo dovuto bocciare i punti dell’ordine del giorno che riguardavano anche le convenzioni della municipalizzata che ha a suo carico ben 20 dipendenti. Per senso di responsabilità abbiamo ritenuto che era meglio non tenere il Consiglio comunale ma questa maggioranza oltre che rendersi ridicola ora sta giocando anche con il futuro del Paese. È ora di dire basta. Se il Sindaco Sammartino non se la sente di governare lo dicesse chiaramente. È stato votato dai cittadini sangiorgesi non da pochi suoi amici. Il comune non è un circolo privato e non so se si rende conto ma la carica di primo cittadino comporta l’assunzione di una responsabilità grande nei confronti dei giovani tra i quali ci sono anche i suoi figli”.
Insomma a Castel San Giorgio non si riesce a governare: cinque crisi in dieci mesi. Per risolvere ogni crisi in media ci sono voluti due mesi. Il paese è allo sfascio, la maggioranza non ha ancora risolto un solo problema, eccezion fatta per la nomina dello staff e dispensare qualche incarico. Forse sarebbe il caso di tornare a chiedere ai sangiorgesi cosa pensano dei loro amministratori.