L’ultimo appuntamento si è svolto questa mattina, nell’aula consiliare “Falcone e Borsellino” del comune di Castellammare di Stabia che ha visto la partecipazione del magistrato Concetta Criscuolo, del giornalista e amico di Giancarlo Siani, Antonio Irlando, e del vice parroco della parrocchia SS Maria del Carmine, Pasquale Somma.
A fare gli onori di casa, c’era ovviamente Giuseppe Trotta, giovane rappresentante del presidio stabiese dedicato alla memoria di Alberto Vallefuoco, Rosario Flaminio e Salvatore De Falco vittime innocenti della camorra.
Ad assistere all’evento, inoltre, erano presenti delle delegazioni di tutti gli istituti superiori della città delle acque (che parteciperanno anche alla grande marcia di lunedì a Napoli) accompagnati dai loro rispettivi professori.
Con parole forti, dirette si sono espressi i tre ospiti. Parole che hanno colpito direttamente il bersaglio, che si sono basate sulle loro esperienze in materia di anticamorra con la speranza di poter smuovere le coscienze dei tanti ragazzi presenti all’evento. E’ da loro che si deve ricominciare, cercando di migliorare in primis la città e poi l’intera nazione.
Molti dei studenti che hanno preso parola hanno evidenziato come le figure di coloro che hanno combattuto apertamente le mafie, possono sembrare “lontane, non vicine a noi. Sembra che non ci appartengono”. Attraverso la testimonianza del magistrato Criscuolo prima e di Don Pasquale e Irlando dopo, l’idea iniziale si è notevolmente modificata. Nel mondo la minoranza non sono le persone che vivono nella legalità, bensì coloro che sviluppano esperienze diverse, coloro che danneggiano un territorio: è questo il punto sul quale si è insistito di più perché, se le nuove generazioni riescono a rendersi conto della pericolosità di tutto il male che circonda la propria terra e, soprattutto, iniziano ad avere il coraggio di denunciare e di non voltare la faccia, per Castellammare ma anche per la Campania e l’Italia, il futuro sarà diverso.
La manifestazione, infine, si è conclusa nella sede dell’Asharam (bene confiscato alla camorra) nel centro storico dove si sono lette alcune testimonianze di coloro che combattono attivamente le mafie e con l’invito, l’ennesimo, ad essere forti e coraggiosi.
L’attenzione, la volontà e il coraggio che ci mettono quotidianamente tutti i volontari del presidio stabiese di Libera contro l’illegalità, devono essere un esempio da seguire per tutti i giovani stabiesi, che o per pigrizia, o per paura troppo spesso voltano la faccia e lasciano che gli episodi di violenza possano trionfare.
Gennaro Esposito