I poliziotti della squadra mobile di Napoli hanno localizzato, fermato ed arrestato a Viterbo, Gaetano Formicola e Giovanni Tabasco 21enni ritenuti responsabili dell’omicidio di Vincenzo Amendola avvenuto lo scorso 5 febbraio.
I due erano ricercati dalla polizia e dai carabinieri in quanto indiziati come i killer del 18enne di San Giovanni a Teduccio brutalmente assassinato in una campagna della periferia di Napoli e seppellito in un parchetto del paese.
Le motivazioni parrebbero essere collegate ad una donna proibita, la moglie di un boss in carcere, probabilmente avvicinata dal giovane Amendola.
A fare i due nomi è stato Gaetano Nunziato (il 23enne fermato il 19 febbraio scorso dalle forze dell’ordine con l’accusa di omicidio) che, assistendo anche all’esecuzione, ha anche fornito le indicazioni ai carabinieri per ritrovare il corpo della vittima.
Nei confronti di Formicola e Tabasco il giudice per le indagini preliminari ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere come già fatto nei confronti di Gaetano Nunziato, l’amico di Amendola che avrebbe portato la vittima all’appuntamento coi killer e che, in seguito, ha confessato tutto: nomi, luogo, modalità dell’efferato omicidio.
Erano irreperibili fino a poche ore fa, i due, Formicola e Tabasco, rintracciati ed arrestati a Viterbo.
Entrambi sono ritenuti responsabili, in concorso tra loro e con Nunziato, già arrestato, dell’omicidio di Amendola Vincenzo, 18 anni, il cui cadavere è stato rinvenuto sotterrato in viale 2 giugno il 19 febbraio scorso.
I presunti killer sono stati localizzati dagli agenti della squadra mobile di Napoli, e da quelli della squadra mobile di Viterbo, all’esito di complesse attività investigative coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Napoli.
Formicola e Tabasco devono rispondere dei reati di omicidio aggravato, occultamento di cadavere e porto e detenzione illegale di armi, reati aggravati dal metodo mafioso ed erano destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip presso il Tribunale di Napoli.
Gli arrestati, che si erano resi latitanti, sono stati rintracciati in un casolare sito in via Cassia Sud di Viterbo mentre erano in compagnia di alcuni parenti giunti da Napoli.
Non hanno opposto resistenza all’arresto e non erano armati.
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