Nel tentativo di ricreare nuove condizioni politiche a Vico Equense si cerca faticosamente la grosse Koalition locale in grado di vincere le elezioni comunali nel prossimo mese di giugno.
Ci tentano tutti, sia a destra che a sinistra, senza badare troppo alle origini politiche di ciascuno e svuotando ulteriormente il pesante bagaglio storico culturale che ci si porta dietro.
Si consumano così incontri su incontri dalle sfaccettature per certi aspetti esilaranti. Vecchio e nuovo si confondono, stemperano i confini: giovani vecchi che si ripropongono come assolute novità, pronti a fare il patto col diavolo pur di riuscire nell’intento. Passaggi temerari da uno schieramento all’altro di volponi consapevoli di non avere i numeri per poter contare ma che, a loro dire, per il bene del paese si mettono a disposizione della comunità. Assoluto bisogno di gettare il cuore oltre l’ostacolo senza chiudersi in “recinti” dal sapore ideologico e assolutamente fuori moda. Scomparsa nel nulla, apparentemente, anche una possibile proposta del M5S locale.
A sentire gli umori della piazza, generalmente atti a veicolare come assoluta verità la bufala quotidiana, c’è da rimanere abbastanza smarriti: il ritorno dell’avvocato Astarita e dell’ex Leader di Colline Vicane Giuseppe Guida, la presenza incombente della signora Beneduce che insieme a ex fedelissimi di Gennaro Cinque sembra pronta a sbalzare qualsiasi candidato provenga dal suo temutissimo battaglione molto attivo nella più totale segretezza. Ma , paradossalmente, anche a sostenerlo, viste alcune uscite sul rotocalco locale. Viene fuori anche la candidatura di Matteo De Simone che gira come un mulino a vento tra i tavolini dei bar, che l’ex sindaco starebbe preparando in sordina con molta cura. Transumanze di giovani ex sinistri nelle file destre e viceversa.
Quanto ci sia di vero in tutte queste manovre alla ricerca della grosse koalition non è ancora dato di sapere, soprattutto di fronte al persistente disorientamento di chi cerca disperatamente l’avallo di forze un tempo “nemiche” e oggi diventate inaspettatamente fondamentali a trovare uno straccio di bandolo della matassa per uscire dalla stagnazione Cinque verso un avvenire radioso.
Specchio di questa realtà frammentaria e senza obiettivi chiari è stato l’incontro tenutosi per gli elettori del Centosinistra e organizzato dal Movimento per Vico e dall’ex segretario del pd, in cerca di una possibile convergenza con l’attuale dirigenza del partito, che qualcuno, allo stato attuale, ha definito “partito ectoplasma”. Sarà per questo che, giusto per aumentare il disagio, la dirigente dott.ssa Franca Rossi ha abbandonato tutti senza dare alcun contributo all’incontro e senza profferire proposte di una qualche utilità.
Il punto in questione era lo stesso che gira un po’ ovunque e cioè andare con spirito corporativo con le proprie forze e un candidato simbolo oppure associarsi a un candidato alternativo tipo Maurizio Cinque o addirittura Andrea Buonocore, ex pd transumato nel centrodestra. Lo stesso Buonocore era presente all’incontro con spirito più che altro provocatorio.
Sulle due ipotesi le opinioni espresse si sono rivelate molto distanti. Difficile per un gruppo di area del Movimento dare sostegno a un candidato come Maurizio Cinque, ma anche Buonocore, portatori di messaggi vecchi, nonostante l’età. Qualcuno ha proposto delle primarie pensando, non si capisce perché, che gli attuali pretendenti al trono abbiano voglia di confrontarsi con i cittadini ancora prima delle elezioni vere. Altri hanno proposto un comitato di saggi esplorativo che mettesse insieme le varie anime presenti all’incontro. Ha prevalso questa seconda ipotesi visti i tempi ristretti per organizzare delle primarie, ma sarà difficile riunire intorno a un tavolo persone totalmente distanti che negli anni hanno perso più tempo a farsi la guerra che a costruire certezze per il futuro.
L’incontro in definitiva è stato l’ennesimo esempio dell’assoluta incertezza che aleggia anche su questa fetta dell’elettorato, lasciato a piedi e senza leader propri in grado di risollevare la situazione. Forse sarebbe il caso di tentare di rimettere in campo, con un atto di coraggio, le proprie forze e buttarsi nella mischia con un candidato condiviso e orgoglioso delle sue radici, in grado di voltare pagina in una storia fatta più di lacrime e sangue che di politica vera e costruttiva, capace di motivare una platea di elettori ormai disincantati e senza molte speranze in un vero cambiamento del destino della città.
Maria D’Ordia