Paura meningite, fuori pericolo il bimbo ricoverato al “Cotugno”

ospedale_cotugno[0]Era stato ricoverato circa pochi giorni fa il bimbo di 9 mesi di Casola di Napoli con febbre altissima. Il San Leonardo di Castellammare, che ospitava il bambino, involontariamente aveva allarmato la zona vesuviana visto che si presentavano nuovamente i sintomi di meningite e i casi di sospetti affetti da tale malattia crescevano di numero nel corso delle settimane.

 

Il giovane paziente, dopo alcuni giorni passati sotto osservazione presso il nosocomio di Castellammare, era stato trasferito nella giornata di martedì all’ospedale Cotugno di Napoli, dove ha ben reagito alle prime cure farmacologiche, così scrive Il Mattino.

La ripresa del piccolo però non ha impedito allo staff medico di Castellammare di tenersi in stretto contatto con i colleghi di napoli sulle vicende del giovane paziente. Giudicato fuori pericolo, la famiglia ha potuto tirare un sospiro di sollievo dopo giorni di preoccupazione. Fin da subito il Cotugno ha diagnosticato una meningismo o pseudomeningite, patologia che presenta gli stessi sintomi della meningite senza però intaccare le meningi. E’ questo ad aver permesso ai medici di tranquillizzare parenti e personale medico stabiese, visto che in questi casi non sono previsti  interventi invasivi.
L’episodio aveva alimentato la psicosi meningite, esplosa nelle ultime settimane in tutta la provincia di Napoli per i diversi casi registrati, tra cui quello del medico stabiese ricoverato perché colpito da meningite batterica da pneumococco, anche lui è stato “ospite” del Cotugno è la sua guarigione è stata totale  e già dai prossimi giorni riprenderà servizio. In quel caso però, trattandosi di una forma più grave di meningite, l’Azienda Sanitaria Locale dispose la profilassi per tutti i medici e gli infermieri venuti in contatto con l’anestesista colpito dalla malattia e tutti i locali e gli ambienti interessati furono inoltre sanificati con uno speciale apparecchio aerosolizzatore. Interventi effettuati a scopo meramente precauzionale, fatti prima ancora che si sapesse la natura del batterio che colpì il medico del San Leonardo, così precisava la direzione dell’azienda ospedaliera. Infatti, in caso di infezione da pneumococco, le linee guida del ministero della Salute non prevedono l’attivazione di alcuna profilassi.

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