Al Nuovo teatro Sanità, va in scena “Io e te da soli”, spettacolo denuncia di un sistema sociale che storpia l’animo e lo rende incapace di provare sentimenti.
Si tratta di un testo liberamente ispirato a “Soli con tutti” del 1982 ( di Gelman Alexander scrittore moldavo e consigliere culturale di Gorbaciov) riadattato e interpretato da Marcella Granito, con Gianluca D’Agostino.
Sul palco dell’antico rione che ha dato i natali a Totó, da venerdí 1 a domenica 3 aprile, sale in scena il complesso mondo dei rapporti uomo-donna e il loro reciproco sfruttamento, e tutta la violenza generazionale degli adulti sui giovani.
L’azione si consuma nell’ arco di poche ore, nelle stanze di casa Gori.
Una moglie e un marito. Lui dirigente d’ impresa, lei bibliotecaria. Un terzo assente: il figlio che il padre ha preso in azienda, su insistenza della moglie, che ora è vittima di un brutto incidente. Sul posto di lavoro.
L’uscita dall’ospedale è prevista all’indomani, ma la signora Gori viene a scoprire un’amara veritá. Che finisce per alterare il finto equilibrio coniugale. In un fuoco incrociato di accuse e risentimenti, odio e frustrazioni, la verità passa in una frenesia dialettica dall’uno a l’altro. E con essa il nostro volergli dare ragione.
I protagonisti rilevano al pubblico in una confessione senza remore né pudori, i dettagli più intimi e raccapriccianti di una vita familiare votata alla convenienza e all’apparenza.
In uno dei luoghi più difficili della città, nel teatro che è anche presidio di legalità, fare arte, spiega l’attrice e regista Marcella Granito significa anche educare . “Resistere all’egoismo che si dispiega nelle nostre vite rivelando quanto di perverso esiste nella società e nell’uomo”. E aggiunge che forse “solo così possiamo avere la possibilità di ostacolato, quanto meno ridurlo, se non eliminarlo”.
Ornella Scannapieco