Bagnoli, confronto a distanza tra Renzi e De Magistris

BagnoliIl tema Bagnoli, o meglio il lungo confronto a distanza fra il sindaco di Napoli De Magistris e il premier Matteo Renzi, continua a far discutere nell’ambiente partenopeo. Negli ultimi dieci giorni, ci sono state moltissime polemiche fra la politica nazionale e la politica locale per quanto riguarda, in un primo momento,  la bonifica di Bagnoli. Il primo cittadino napoletano, quando venne nominato il commissario per questa area, non lo accettò, e puntando sul famoso articolo 33 del decreto sblocca – Italia, nello scorso mese di marzo, fece ricorso al  Tar della Campania per non far confermare quanto deciso dal Governo ma, puntualmente, l’organo giuridico respinse a priori il suo tipo di ricorso.

“Nonostante il tempo che ci ha fatto perdere il comune, abbiamo vinto mercoledì scorso al Tar contro l’amministrazione e adesso possiamo partire: sarà convocata una cabina di regia nella Prefettura di Napoli il prossimo 6 aprile” a dirlo è stato il premier Matteo Renzi che, in maniera molto diretta, ha scaricato le colpe di tutti i ritardi accumulati sull’amministrazione comunale. Ma Renzi, non si è fermato qui: in un’intervista rilasciata sulla “news” ha affermato che il governo “andrà avanti con o senza il comune. Perché quella è un’autentica vergogna nazionale”. De Magistris, d’altro canto, non ha per nulla accettato questa presa di posizione istituzionale e ha fatto prendere vita ad un confronto a distanza che ha causato molte polemiche. In un videomessaggio il primo cittadino partenopeo, invitando Renzi a fare la bonifica del luogo “che lei doveva e deve fare e che noi aspettiamo ancora”, sottolinea che in realtà il “Comune non ha fatto perdere tempo, semmai il commissariamento da lei deciso e che viola la costituzione perché non ha messo in campo le procedure di urgenza necessarie per intervenire dopo anni di ritardo”.

Nella cabina di regia che verrà effettuata a Napoli il prossimo 6 aprile all’interno della Prefettura, ci sarà la possibilità di concludere questo “litigio” a distanza fra il premier e il sindaco di Napoli considerato che Renzi parteciperà in prima persona all’evento. De Magistris, tuttavia, nella sua opera di “difesa della città” ha continuato ad attaccarlo affermando sempre in un videomessaggio che se il premier “verrà per riannodare un dialogo istituzionale nel rispetto della Costituzione sarà accolto; ma, se intende mortificare la città ed espropriarla, mettere le mani sulla città, sarà respinto con fermezza e risolutezza”. Apriti cielo. Una vera e propria bufera si è scatenata sul primo cittadino napoletano: sia le opposizioni politiche, sia i membri del suo stesso partito non hanno accettato questa esternazione. Alcuni esponenti delle opposizioni hanno parlato di “istigazione alla violenza in città il 6 aprile” altri invece come Guerini, vicesegretario del Pd, in maniera più sobria, definisce queste parole  “incredibili e assurde”. Pronta è stata subito la difesa di De Magistris, arrivata nella giornata di ieri: “Sono un uomo di pace, ma anche di lotta per i diritti, per la Costituzione, per la democrazia e per il rispetto reciproco. Se c’è qualcuno di violento è il Governo perché ha utilizzato una violenza istituzionale su Bagnoli con un’opacità senza precedenti”. Direttamente da Washington, Renzi ha cercato, dopo dieci giorni che definire di fuoco è poco, di smorzare i toni, cercando di far rientrare il tutto e soprattutto cercare di attuare un piano di riqualificazione della zona di Bagnoli con dei vantaggi sicuramente per la città di Napoli: “Bagnoli è una vicenda enorme, è un altro potenziale attrattore. Ci sono anche molte realtà Usa potenzialmente interessate: ho parlato con Apple e Cisco e mi piacerebbe coinvolgere anche Amazon e Google”.

Ora, non resta che aspettare l’appuntamento del sei aprile, quando finalmente si potrà prima di tutto chiudere definitivamente questa polemica istituzionale e in secondo luogo, sicuramente non meno importante, iniziare a riprogettare l’area di Bagnoli che da tanti anni è martoriata e priva di supporto.

 Gennaro Esposito

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