Napoli, Bagnoli: la protesta degli operai licenziati in attesa di Matteo Renzi

Licenziato Fiat sulla ciminiera dell'Italsider

Napoli: si arrampica sulla ciminiera dell’ex Italsider a Bagnoli manifestando contro il presidente del consiglio Matteo Renzi e il manager della Fiat Sergio Marchionne. Il gesto di estrema protesta è stato posto in essere stamane da Mimmo Mignano, operaio noto per essere stato licenziato dalla Fiat insieme ai colleghi Antonio Montella, Marco Cusano, Massimo Napolitano e Roberto Fabbricatore per aver manifestato contro i suicidi di alcuni operai dello stesso gruppo industriale in cassa integrazione (presso il reparto logistico Fiat di Nola).

Mignano comunicherebbe attraverso il cellulare e sembrerebbe determinato ad attendere la visita del premier Renzi domani a Napoli (il buon Matteo dovrebbe prendere parte alla cabina di regia del progetto “Bagnoli Futura”). Solo ieri avevamo sottolineato la delicatezza del momento attraversato dall’ex sede dell’Italsider, l’avversione dei cittadini nei confronti del lassismo e dell’indifferenza adottati dal governo centrale nei confronti della popolatissima area partenopea: 24 ore dopo i fatti sembrano darci ancora una volta drammaticamente ragione.

Senza lavoro non c’è futuro, senza occupazione la dignità dell’essere umano è annientata e lo stesso diventa facile preda del crimine organizzato e della perversa logica mafiosa. Dove lo Stato fallisce ci pensa mamma camorra: questo lo slogan che sinistro percorre i vicoli di una Napoli che ormai non sa più a chi rivolgersi per ottenere giustizia. Divisa in chi può e non può, tra chi appartiene e chi è orfano dei pezzi da novanta, politici o mafiosi, indispensabili per accaparrarsi un posto sicuro di lavoro senza dover elemosinare alcun che a centinaia di chilometri dai propri luoghi d’origine.

In questo clima c’è chi pensa ad essere rieletto sindaco di Napoli, chi aspira a ricoprire per la prima volta la carica di primo cittadino ignorando completamente le emergenze che affliggono quotidianamente la comunità. Tutti troppo presi a perseguire i propri interessi per accorgersi del mare di guano che sommerge Napoli.

Intanto un onesto lavoratore, Mimmo Mignano, è fermo a decine di metri di altezza su una struttura pericolante pronto a tutto pur di manifestare contro l’indifferenza delle istituzioni. Ci chiediamo con quale coraggio Renzi domani si produrrà nella solita performance dialettica (parlando forse di realtà alla gente comune ignote) mentre c’è chi rischia la vita per la difesa del diritto al lavoro e in nome di una dignità mai prostituita al sistema.

 Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.