I cittadini e gli operatori dell’ ospedale S. Anna e Madonna SS. della Neve di Boscotrecase intendono richiamare l’attenzione sugli indicatori di monitoraggio e i parametri di valutazione dei risultati conseguiti dalle aziende ospedaliere, con particolare riferimento alla realtà dell’ospedale vesuviano. Infatti, in un territorio come quello dell’ASL NA3Sud, distretti 52, 55 ,56 e 57 nascono all’incirca 2500 bambini l’anno, solo in parte registrati presso le strutture sanitarie pubbliche territoriali, a conferma del fatto che parte dell’utenza è accolta presso strutture private la cui appropriatezza delle prestazioni non è monitorata. E’ di tutta evidenza che, qualora fosse chiuso il reparto di ostetricia e ginecologia, i cittadini dovrebbero, senza alternative, rivolgersi alle strutture private per avere prestazioni che le poche strutture pubbliche disponibili non sarebbero in grado di garantire per insufficienza di posti.
E’ legittimo quindi, registrare come l’operazione di chiusura del reparto di ginecologia di Boscotrecase diventi, di fatto, un’ operazione a vantaggio della sanità privata, soprattutto in un territorio come quello della provincia di Napoli che presenta la maggiore densità abitativa d’Italia.
Inevitabile dunque l’appello ai sindaci del comprensorio da parte dei tanti cittadini indignati che stanno protestando contro la chiusura, affinchè, finalmente, intraprendano azioni di tutela della salute pubblica e dei diritti dei cittadini che si sentono, ancora una volta, raggirati da una gestione della cosa pubblica priva di qualsiasi programmazione e pianificazione.
L’interrogativo principale è a quale strategia progettuale faccia capo l’operazione, realizzata solo pochi anni or sono, dopo oltre 40 anni di abbandono, è stata recuperata e completata in parte, con un notevole investimento di risorse pubbliche, 21 milioni di euro, l’attuale struttura del nosocomio di Boscotrecase dove, a meno di 10 anni di distanza, si chiudono reparti e si dislocano servizi.
La protesta dei cittadini di tutto il comprensorio è forte: “Basta sprecare i soldi dei cittadini. Sono stati fatti investimenti e questi devono portare frutto: l’ospedale deve funzionare, deve erogare i servizi e le cure mediche, le finalità per le quali è stato realizzato”.
E ancora: “Non è più tempo di tagli e di abbandoni: va salvaguardata la continuità nell’erogazione di prestazioni sanitarie di assoluta e prioritaria necessità, e l’assistenza al parto lo è, in favore delle comunità locali interessate”.
E infine l’appello: “Sindaci, seguite la strada tracciata dal Sindaco Vincenzo Servalli di Cava de’ Tirreni. Presentate ricorso al TAR contro la chiusura del reparto di Ostetricia e Ginecologia”.
I.I.