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Costiera amalfitana: limoni, veleno e tanta delusione

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Se hai la fortuna di entrare nel paradiso e ti accorgi che qualcuno lo ha avvelenato la delusione è veramente tanta.

Questa triste considerazione non ha, purtroppo, nulla di metaforico: il paradiso dove siamo stati è la mitica Costiera amalfitana, il veleno quello dei contadini.

Qualcosa non funziona nella terra dei limoni, patrimonio Unesco dal 1997 anche perché “…la sua area rurale dimostra la grande capacità dei suoi abitanti di utilizzare il terreno, dai pendii più bassi ai pascoli più alti, adattandoli alle diverse esigenze culturali…”, se qualcuno ha la necessità di esporre in un limoneto un cartello inquietante, con tanto di teschio, con la scritta “Coltivazioni trattate con prodotti velenosi … pericolo di morte”.

Di che sostanze stiamo parlando e chi ci assicura che l’aria respirata o il sorbetto, la bibita, il liquore, il dolce, i canditi che volevamo gustare, perché fatti col rinomato limone Sfusato Amalfitano, non siano pregni di tossico?

I bene informati abbozzano un sorrisetto furbo, che vorrebbe essere rassicurante, e fanno notare che i cartelli sono solo un deterrente efficace usato per scoraggiare eventuali raccolte non autorizzate da parte dei tanti turisti che affollano i sentieri al margine dei coltivi.

Anche questa spiegazione però non giustifica il mezzo, perché se è vero che qualche limone o cespo d’insalata non sarà rubato è altrettanto vero che il danno all’immagine di un territorio che vive di buona reputazione è assai elevato.

Avvelenare il paradiso dei limoni è un vero peccato, un errore e un orrore a cui non vorremmo mai più assistere.

Ferdinando Fontanella

Twitter: @nandofnt

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