Rifiuti: emergenza planetaria, servono nuove strategie

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Le allucinanti montagne di ecoballe che appestano la Regione Campania potrebbero diventare un paesaggio assai comune nelle città del futuro, soprattutto se la ricerca non troverà un metodo efficace per migliorare le gestione degli scarti prodotti dal consumismo sfrenato.

Per questo motivo circa 300 esperti provenienti da Paesi industrializzati e in via di sviluppo di tutto il mondo, stanno prendendo parte alla XXI Conferenza internazionale sulla gestione dei rifiuti solidi urbani, organizzata a Roma dal 6 all’8 aprile dal Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) e dallo Iupac Chemrawn Committee, con il patrocinio dei ministeri dell’Ambiente, per lo Sviluppo economico, della Salute e di Kyoto Club, Atia-Iswa, Fondazione sviluppo sostenibile e Green Management Institute.

Tre giorni di dibattiti e incontri in tema di gestione dei rifiuti, con l’obiettivo di trasformare i rifiuti in una risorsa utilizzabile dalla collettività, con il coinvolgimento di istituzioni, organizzazioni, aziende ed esperti. Grande attenzione sarà riservata al contributo che la ricerca scientifica e tecnologica può e deve dare per promuovere un circuito virtuoso basato sulle ‘3R’: Ridurre, Riutilizzare, Riciclare e alla strategia Rifiuti Zero.

“Dal 2010 – fanno sapere i ricercatori riuniti a Roma – per la prima volta, la maggior parte della popolazione mondiale vive in una città e questa percentuale continua a crescere. Cento anni fa vivevano in un’area urbana 2 persone su 10, nel 1990 meno di 4, entro il 2050 si stima che saranno 7 su 10. La quantità di Rifiuti solidi urbani (Rsu) sta crescendo anche più velocemente: i circa 3 miliardi di abitanti delle città dieci anni fa generavano circa 0.64 kg di Rsu pro-capite al giorno (0,68 miliardi di tonnellate l’anno); ad oggi 1,2 kg pro-capite al giorno (1,3 mld di tonnellate annue). Entro il 2025, 4,3 miliardi di residenti urbani produrranno circa 1,42 kg di rifiuti per persona, per un totale di 2,2 mld di tonnellate all’anno.”.

Il prof. Mario Malinconico, ricercatore dell’Istituto dei polimeri, compositi e biomateriali del Cnr, tra i protagonisti della Conferenza spiega che: “La gestione dei rifiuti solidi urbani, del riciclo, del riutilizzo dei materiali e della produzione di energia dagli scarti, costituiscono alcune tra le sfide più importanti e globali per l’umanità, perché generano ricadute dirette nell’ambito della salute e del benessere pubblico, della sicurezza dei lavoratori, oltre che dell’economia verde”.

“Uno dei tratti fondamentali della Conferenza è l’attenzione ai Paesi svantaggiati: la questione della gestione dei rifiuti, per la quale si sta cercando faticosamente una soluzione nelle metropoli occidentali, si ripropone in maniera ancora più urgente e drammatica in quelle asiatiche, africane e sudamericane, creando spesso delle emergenze sanitarie”.

I flussi di materia ed energia variano notevolmente tra le diverse megalopoli: “New York ha una produzione di rifiuti solidi 19 volte maggiore di Dacca, capitale del Bangladesh, così come un consumo pro capite di energia 28 volte più elevato di quello della città indiana di Kolkata e un consumo d’acqua 23 volte più elevato di Giakarta, capitale dell’Indonesia”, prosegue Malinconico.

“Ovviamente New York o Los Angeles sono anche città con alti indici di produttività, sviluppo economico e sociale e in questi contesti il problema principale è rendere più sostenibile l’impiego delle risorse per mitigare gli effetti ambientali. Nei paesi in via di sviluppo, in particolare nel Sud Est Asiatico – conclude il prof. Malinconico – una larga fascia della popolazione non ha un accesso al livello minimo di risorse e la priorità è arrivare a uno standard di vivibilità in tutti i quartieri, ma non mancano anche qui problemi di sostenibilità: in città come Buenos Aires o San Paolo, circa il 70 per cento dell’acqua potabile va sprecato e Hong Kong produce quasi 14mila tonnellate di rifiuti solidi al giorno”.

 

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