Il Circolo Legambiente Woodwardia in collaborazione con il presidio stabiese di Libera organizzerà a Castellammare domenica 10 aprile ore 12.30 presso la “Banchina e Zì Catiello”, una manifestazione simbolica sull’arenile stabiese per sensibilizzare la popolazione del territorio ad andare a votare “Sì” al referendum di domenica 17 aprile.
Quello che i volontari legambientini realizzeranno, insieme a tutti i cittadini e le forze attive del territorio che vorranno prenderne parte, sarà una catena umana sulla battigia del litorale stabiese intenta a raffigurare un abbraccio simbolico verso il mare del Golfo di Castellammare di Stabia, un abbraccio che nella fattispecie assumerà una duplice connotazione.
La prima contro la possibilità data dal Governo, nella Legge di Stabilità 2016, dell’estensione delle concessioni alle compagnie petrolifere per l’estrazione di idrocarburi e gas fino all’esaurimento naturale dei giacimenti marini entro le 12 miglia. Quindi il “regalo” effettivo di un patrimonio pubblico a società private a tempo indeterminato, regalo che potrà essere negato alle compagnie petrolifere se al referendum del 17 aprile vincerà il “Sì” e si raggiungerà il quorum di circa 25 milioni di votanti.
La seconda accezione, di non minore importanza, è risollevare l’opinione pubblica sulla questione del “mare stabiese negato” alla popolazione per via dell’inquinamento dovuto agli scarichi fognari provenienti da Castellammare e dai comuni dei Monti Lattari diretti in mare e non collettati al depuratore di Foce Sarno. Il mancato completamento della rete fognaria e del Collettore di Gragnano impediscono il recupero del mare nostrum che potrebbe avvenire nel giro di meno di 5 anni se le opere pubbliche, finanziate e a circa il 70% di completamento, fossero ultimate dalla Regione Campania e dagli enti preposti.
Il tutto circondato dal contesto del lungomare stabiese anch’esso negato alla popolazione per inefficienze e contenziosi amministrativi che hanno come vittima principale ed esasperata la cittadinanza.
Uno scenario quindi per nulla semplice quello nel quale i giovani volontari di Legambiente chiedono alle forze attive sul territorio di aggregarsi per fare massa critica e raggiungere l’obiettivo comune di riappropriazione del futuro del “Nostro Mare!”.