Napoli, i Giannelli e la Polizia che c’è senza esserci

quartieri-spagnoli2Continua la scalata ai vertici del sistema malavitoso partenopeo Alessandro Giannelli: sebbene detenuto, il giovane ras di Cavalleggeri avrebbe stretto alleanze di ferro tra il suo gruppo (non esistono al momento sentenze che parlano di clan) e le famiglie storiche dei Sorianiello, Romano, Lago.

Obiettivo della strategia criminale estendere il controllo degli affari malavitosi da Bagnoli – Cavalleggeri a Fuorigrotta, da Pianura a Soccavo per poi tentare l’assalto alla zona centrale della città. Alle  mire espansionistiche del carismatico Giannelli non ci sarebbero limiti: le vecchie famiglie ad oggi potrebbero contrapporre una scarsa resistenza all’azione offensiva dei nuovi pezzi da novanta della mala locale. Troppi gli arresti eccellenti, i sequestri di ben mobili e immobili subiti dalla vecchia guardia, i pentimenti  per avere la forza di reagire drasticamente ad attacchi ben studiati a tavolino.

Questo dato avrebbe tratto più volte in inganno gli stessi inquirenti che oggi invece parlano chiaramente di strategia criminale in atto in quella che si preannuncia oasi fertile per il malaffare. Bagnoli Futura: questo il business sul quale mettere le mani, questo il fiume di denaro che attraverso appalti e società di facciata la camorra spera di attraversare per consolidare il proprio potere economico.

Nel frattempo i cittadini terrorizzati assistono a veri e propri far west ovunque in città e a qualsiasi ora del giorno: da via Epomeo  a Forcella si continua a sparare senza sosta nel tentativo di eliminare avversari scomodi e potenziali traditori in quello che ormai appare quale uno dei conflitti più violenti  interni  alla camorra degli ultimi anni.  Le unità dell’esercito dispiegate in città (francamente ornamentali) offrirebbero  un contributo troppo misero alla causa come testimoniano gli stessi residenti, involontari spettatori di sbeffeggiamenti (o peggio) rivolti ai soldati da balordi in moto (spesso noti pregiudicati).

A questi epiteti (o peggio) i militari non avrebbero contrapposto in più casi la sia pur minima reazione. Un dato questo che fa seriamente riflettere sulle regole d’ingaggio e sull’opportunità di militarizzare un territorio che necessiterebbe di ben altri interventi. Senza adeguata scolarizzazione, occupazione e sana aggregazione sociale non sarà mai possibile combattere la camorra. Sembra francamente assurdo che ad oggi i signori politici continuino a  filosofeggiare accusandosi a vicenda preoccupati solo delle ormai prossime amministrative locali. Il governo centrale? Meglio  stendere un velo pietoso e non offendere la dignità degli onesti contribuenti partenopei.

 Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.