Un tempo la scelta di un sindaco e di una futura amministrazione si basava su progetti seri e discussioni approfondite su tematiche e su progettualità: in pratica su tutto quello che oggi non vediamo nei Comuni al voto. Come non pensare a Castellammare dove fra venticinque giorni si presenteranno le liste ed è ancora tutto così poco chiaro. Proviamo perciò a fare un po’ di chiarezza.
Il centrosinistra, o meglio il Partito Democratico, si trova in una crisi profonda, dove la legge del più forte (e purtroppo, la violenza) la fa da padrone. Scompaiono le idee e i progetti e al loro posto troviamo bagarre e risse da bar, come quella di pochi giorni fa che ha visto arrivare allo scontro (né politico né di idee) fra due esponenti del Pd. I due protagonisti sono: colui che avrebbe commesso la violenza ovvero il padre di quell’ex assessore che, una volta defenestrato dalla giunta dell’allora sindaco Nicola Cuomo, dichiarò: “Quando non si può picchiare il padrone si picchia il cane”, riferendosi alla scelta del primo cittadino di “punire” il suo capo corrente; colui che ha ricevuto la violenza ovvero un esponente dell’area riformista che ha subito denunciato l’accaduto pubblicamente con una nota su “Facebook” dichiarando: “Questo non è il mio Pd”.
In realtà forse questo non è il Pd, forse è solo un partito troppo “grande” che non riesce a contenere tutte le sue aree, un partito incapace di creare una linea guida o un documento politico, capace di virare la scelta del sindaco su un fuoriuscito del centrodestra come Antonio Alfano, un partito dove le discussioni politiche si trasformano in pestaggi da bar.
Il centrodestra ad oggi tace, forse perché ancora deve riuscire a trovare una quadra interna, e forse il nome che guiderà la coalizione sarà proprio l’ex segretario cittadino del Partito Democratico Gaetano Cimmino. Se i nomi sono questi ci sarà da divertirsi: il centrodestra sarà guidato da un ex Pd, il centrosinistra da un ex centrodestra. E c’è da giurare che tutto ciò manderà in confusione i già martoriati cittadini di Castellammare.
Angelo Sposito