Fare l’arbitro di calcio domenica dopo domenica diventa sempre più difficile sui campi sportivi della Campania. Non c’è nessun tipo di differenza fra categorie giovanili e quelle più basse a livello regionale (Prima, Seconda e Terza Categoria): la violenza è sempre presente.
I dati sono veramente terrificanti: a livello nazionale si può contare più di un episodio ogni domenica e a rimetterne le spese sono sempre i giovani direttori di gara che vengono presi di mira.
Ma chi è l’arbitro? Un arbitro è semplicemente un ragazzo molto spesso minorenne (per iscriversi al corso basta avere 15 anni) che viene catapultato, da solo, su un campo di calcio in mezzo a tante persone che con questo gioco non hanno nulla a che vedere. Costretto a gestire già la gara che può presentare tante insidie, il giovane direttore di gara deve essere anche sottoposto a continue offese dai genitori dei ragazzi dagli spalti o direttamente dai calciatori in campo. Ma questo accade quando va tutto “bene”: nel peggiore dei casi volano schiaffi, spinte, sputi. Purtroppo molti ragazzini seguono l’esempio della Serie A, dei grandi campioni, e, per esempio, l’episodio di Higuain domenica scorsa ad Udine oppure di Bonucci a Torino non aiutano i giovani direttori di gara costretti, sulla loro pelle, a subire anche di peggio.
In Campania le violenze e le aggressioni ormai aumentano di settimana in settimana: basta leggere i comunicati del Giudice Sportivo ogni giovedì per poter constatare come il fenomeno sia in netta crescita.
Il Comitato Regionale Arbitri campano ha cercato di bloccare il fenomeno aumentando le multe per tutti coloro che provano a colpire o colpiscono il direttore di gara, con una successiva squalifica che può durare molti anni. Tante persone si dimenticano che senza l’arbitro la domenica, sui campi della Campania o dell’intero territorio nazionale, non si gioca: e allora perché, per cercare di mettere in luce le violenze, i componenti dell’Aia non decidono di scioperare?
Secondo alcune indiscrezioni, è una ipotesi che è stata presa in considerazione anche dagli alti vertici nazionali che potrebbe rendere pubblico questo fenomeno veramente preoccupante. Come sbagliano i calciatori, così sbagliano anche gli arbitri: quando l’italiano medio riuscirà a capirlo?
Gennaro Esposito