Il canto della tradizione che diventa addirittura preghiera. È quanto andato in scena sabato sera, tra applausi e standing ovation, nelle navate della Basilica di San Paolo maggiore in Napoli. Il cantautore Enzo Avitabile ha incantato il vasto pubblico accorso ad ascoltare la sua interpretazione innovativa fatta di tanta musica ma soprattutto di dialogo e discussione sul valore che il canto stesso porta in se.
Ad applaudire il suo spettacolo intitolato “Sacro Sud” la gente comune ma anche in prima fila il sindaco Luigi De Magistris, personalmente coinvolto nel suono quasi mistico degli strumenti napoletani come la tommorra e quelli di diversi popoli del mondo. A risuonare infatti è stato il messaggio di pace che l’artista ha inteso portare in tutta la sua carriera con lo strumento che conosce meglio ovvero la musica più che mai veicolo d’amore.
Lo straordinario sta nel fatto che i brani nascono in lingua napoletana che si mescola al latino, che a sua volta ne eleva la sacralità e addirittura a versi di lingue africane. Più che mai oggi abbiamo bisogno di questa fratellanza, in un momento storico in cui c’è chi si fa saltare in aria in nome di un Dio, che come sottolineato dallo stesso artista, non coincide per forza con il Dio spirituale ma con quello chiamato denaro, concetto alla base del celebre brano eseguito “A nomm e Dio”.
Enzo ha spiegato al pubblico quanto la sua esigenza sia andata di pari passo con la riflessione sulle sue origini. Nasce a Marianella quartiere popolare di Napoli che il destino ha voluto far coincidere con lo stesso posto in cui nacque Sant’Alfonso Maria de Liguori un uomo, prima ancora che un santo, a cui sono legati versi celebri come “Tu scendi dalle stelle” e che appunto con la sua musica ha cercato di elevare gli spiriti del popolo di cui faceva parte parlando con la loro stessa lingua e contemporaneamente rivolgendosi a un Dio, che resta il Dio di tutti.
Nello stesso potere spirituale della musica crede il maestro Avitabile ed ogni canzone eseguita nel corso della serata è stata preceduta e seguita da un dibattito in cui protagoniste sono state le domande poste dal pubblico gestite dal consacrato Gianni Aversano che ben conosce le opinioni dell’artista in merito al tema del dubbio. Per Avitabile infatti la spiritualità oggi si nutre del dubbio, un dubbio legittimo che anziché allontanarci da Dio ci spinge a conoscerlo di più a non accettare tutto come un dogma.
Tutto ciò è molto chiaro nei versi di un altro successo dal titolo “Don Salvatò” ispirata dalla figura di Pier Paolo Pasolini eppure da molti vista come una preghiera, giacchè in quel nome non si può non vedere il riferimento a Dio stesso e ai dolori per un figlio morto in croce. Il testo contiene infatti un grido e una domanda: se davvero esiste un Dio che ci accarezzi nelle ferite,se dobbiamo credere in lui eppure di fronte al sangue di Cristo ecco che il dubbio comune trova inevitabilmente un riscontro reale e che in quanto tale non possiamo mettere da parte.
Avitabile infine spinge ad indagare ancora sulla possibilità sociale della musica tradizionale a riscoprire nei riti popolari, benché nati dal basso, come la “juta a Monte Vergine” la loro elevazione a canto-preghiera sacra. Il popolo può rivolgersi a Dio con i suoi strumenti senza mai smetter di porsi domande su quello che inevitabilmente è più grande di noi, come suggeriva all’epoca Sant’Alfonso e come oggi Enzo continua idealmente a fare con il suo musicale e sociale.
Stella Porricelli