Napoli, omicidio Matino: si segue la pista passionale

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Ancora sangue a Napoli. A cadere sotto i colpi dei killer questa volta Giuseppe Matino, incensurato di 35 anni colpito dai sicari con 5 colpi di pistola calibro 9 al petto. Teatro dell’agguato via Casanova, nei pressi stazione centrale. L’uomo, che di mestiere faceva il pasticciere, come ogni giorno di buon’ora si recava a lavoro presso una pasticceria sita sul lungomare partenopeo.

Il luogo dell'agguato con la vittimaSemplice la dinamica ricostruita degli inquirenti: la vittima sarebbe stata affiancata da uno scooter con due individui a bordo verso le 5 di ieri. Una volta raggiunto Matino il passeggero avrebbe fatto fuoco colpendo ripetutamente l’uomo con chiara volontà di uccidere. Questo dato potrebbe essere significativo ai fini dell’indagini che escluderebbero amicizie scomode di Matino o affiliazioni di sorta a clan della malavita locale.

Il giovane oltre all’attività di pasticciere per arrotondare lavorava anche come pony express negli orari serali. Insomma l’identikit di una brava persona che porterebbe gli investigatori a seguire la pista passionale. Proprio in queste ore si scava sui rapporti personali di Matino alla ricerca di un movente che potrebbe non tardare ad arrivare. Avevamo più volte evidenziato la drammaticità dell’emergenza sicurezza in città, la necessità immediata di interventi concreti che potessero attraverso la scolarizzazione adeguata, l’occupazione e la sana aggregazione sociale salvare il salvabili in una Napoli ormai ostaggio della camorra.

Questi i risultati di un’inutile militarizzazione del territorio. L’anarchia violenta regna ormai sovrana in città. Un giovane si reca a lavoro e probabilmente viene ucciso come il più spietato dei boss per aver frequentato o magari solo contattato la donna sbagliata. Questa è la Napoli ordinaria: poi c’è quella dei salotti importanti, dei potenti politici e della massoneria. La cosiddetta stanza dei bottoni dove si assiste divertiti, come in una sorta di Olimpo, alle vicissitudini di chi non appartiene ne ha mai avuto voce in capitolo. Un’alta famiglia napoletana piange il proprio congiunto brutalmente strappato alla vita da chi crede con la violenza di sostituirsi alle istituzioni e allo Stato. Della serie: cronaca dell’ennesima tragedia annunciata.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.