Antiche Terme di Stabia verso un nuovo restauro

antiche_termeLe Antiche Terme di Castellammare dovrebbero riaprire nelle prossime settimane, a ridosso dell’estate. La ditta che è stata inviata dalla Regione per portare a termine i lavori di riqualificazione del complesso di piazza Amendola vandalizzato nel corso del tempo, stanno procedendo molto velocemente e i tempi di consegna dovrebbero essere rispettati (il condizionale, tuttavia, è d’obbligo).

 

Al momento è in corso un’opera di pulizia e messa in sicurezza della struttura per l’apertura del parco e della mescita al pubblico. Nel frattempo il commissario Vaccaro, da come si legge dal comunicato pubblicato dal Comune, ha affidato al dottor Pierluca Ghirelli, l’incarico di supporto al RUP (una figura di notevole importanza nell’ambito di un procedimento amministrativo) ”per la redazione del piano economico finanziario del progetto di Restauro delle Antiche Terme”.

Il dottor Ghirelli è in servizio presso la Prefettura di Napoli ed è in possesso dei requisiti tecnico –professionali; inoltre, dopo un’attenta analisi al curriculum, si evince anche una consolidata esperienza nella materia economico – finanziaria la quale è essenziale per poter gestire il progetto relativo alla riapertura delle Terme.

Il complesso termale, era stato già restaurato e consegnato nel dicembre del 2011 ma collaudato solo nel 2014. In questo lasso di tempo molti vandali si sono recati nelle sale un tempo affollatissime di turisti e hanno distrutto tutto ciò che era rimasto del complesso.

Questi eventi sono da tenere in considerazione perché i danni che sono stati causati non renderanno possibile l’apertura dell’intera struttura ma solamente una parte di essa. Infatti il progetto di restauro, da presentare alla Regione prossimamente nell’ambito del terzo accordo di programma per i progetti retrospettivi del Piu Europa, servirà proprio a rendere operativa al cento per centro la struttura.

L’obbiettivo del Comune, comunque, è quello di riaprire al pubblico la struttura per quanto riguarda il parco idropinico e la mescita dell’acqua “per una serie di ragioni tutte legate alla necessità di preservare le fonti stabiesi, ubicate nell’annesso parco ma precisamente di evitare ulteriori danni alla struttura se inutilizzata (per quanto sottoposta ad idonea vigilanza) e di garantire lo sfruttamento delle risorse termali”.

Gennaro Esposito

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