Terme di Stabia: fallimento, Carrillo accusa Cuomo

cuomo terme

Dopo le dichiarazioni di Nicola Cuomo nei giorni scorsi riguardo la chiusura delle Terme, è scoppiata una nuova polemica nel panorama politico stabiese a testimonianza di come, in realtà, la ferita del fallimento del complesso non si è ancora sanata. Tutti ricorderanno, durante la campagna elettorale di Cuomo, lo spot che lo contraddistinse: “Salverò Terme di Stabia: mio nonno le ha create, io non le chiuderò”.

Come è andata a finire, però, è ormai storia nota. Ciò che più accende il dibattito politico è sicuramente il modo con il quale l’ex sindaco di Palazzo Farnese è arrivato a questa decisione.  Carlo Carrillo, esponente di Forza Italia, non le manda a dire e sottolinea come “in maniera anomala, Cuomo ha dichiarato l’azienda Terme di Stabia in liquidazione appena tre mesi dopo la sua elezione; ciò in una sede, tra l’altro, diversa da quella istituzionalmente preposta a discuterne ed a decidere, ossia il Consiglio Comunale! Inoltre egli afferma, ben sapendo di mentire, di aver ricevuto un’azienda priva di energia elettrica, ma forse dimentica che l’azienda in quelle condizioni gli è stata consegnata dal Commissario prefettizio, così esattamente come è stata rimessa da Marasca, suo pregevole assessore, il 5 novembre del 2010 al management che gli subentrava”.

Le accuse mosse da Carrillo sono chiare, e non riguardano solamente l’ex primo cittadino stabiese ma anche l’amministratore unico della Sint, che dopo essere stato criticato nei giorni scorsi per il bando con il quale si vuol regolarizzare la vendita dell’Hotel delle Terme, è ora “vittima” di altri attacchi: “Il supermanager ha combinato enormi pasticci, tali da mettere in pericolo l’intero patrimonio di Sint attraverso l’opposizione avverso al ricorso dei lavoratori termali giunto, ormai, in via di definizione con una sentenza che, secondo quanto emerso durante la fase dibattimentale, non lascia sperare nulla di positivo”.

Ma non finisce qui: infatti, secondo Carrillo, l’amministratore unico “lascia una partecipata con un debito consolidato di 3,5 milioni di euro, conti correnti bloccati ed un probabile aggravio di circa 2milioni di euro quale risultato finale della resistenza all’istanza dei lavoratori che avrebbe potuto evitare rilanciando le attività aziendali, tanto in forza a ben tre offerte ufficialmente presentate da privati o scegliendo, in alternativa, di diventare imprenditore, nelle more di una privatizzazione comunque da concretizzare, percorso che ancora oggi sarebbe possibile intraprendere. Marasca ha contribuito in modo determinante ad appesantire la posizione aziendale con decreti ingiuntivi di notevole importo, intorno ai 400mila euro, tagliando così le gambe a Terme in maniera mortale”.

Non c’è pace, quindi, per Nicola Cuomo che ogni qualvolta si ritrova a commentare la sua gestione amministrativa della città di Castellammare è costantemente preso di mira sia dall’ex opposizione sia dai suoi stessi colleghi di partito a conferma di come, la sua amministrazione, rappresenti uno dei momenti più bui della cittadina stabiese.

Gennaro Esposito

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