Dimagrire? E’ sufficiente dormire (a stomaco semi-vuoto)

dimagrireCon l’arrivo della bella stagione, la maggior parte di noi (uomini, donne, giovani, meno giovani, quasi per nulla giovani) si ritrova di fronte a un solo cruccio: supererò la prova costume? I portatori di qualunque peso ricordano verso aprile/maggio che bisogna presentarsi all’estate in tutte le proprie grazie. Non ci sarà una panciera  a contenere i postumi delle magnate, non ci sarà il total black che sfina a regalarci la taglia in meno (solo ottica).

Armati di pazienza, soldi e sali minerali si intasano le palestre, le strade statali a far finta di correre, si passa naso all’aria dinanzi alla pasticceria e alla rosticceria; “arrivederci a settembre, babà”.

E mentre prepariamo la nostra cartella di buoni propositi per i mesi a venire, ecco che il CNR (Centro Nazionale delle Ricerche) svela cosa ci spinge a mangiare, quale sia il rimedio spicciolo spicciolo per non ingrassare e per rinunciare, senza difficoltà, a un panino napoletano e ad una frittatina di pasta. Due maxi slogan caratterizzano la ricerca: “l’appetito vien mangiando”, cioè se inizi difficilmente finisci e “chi dorme non piglia chili”, a meno che non soffriamo di sonnambulismo culinario, noto come NSRED (Nocturnal Sleep-relanted Eating Disorder).

 

 

 

Lo studio effettuato dal CNR e pubblicato sulla rivista scientifica PNAS è molto meticoloso e adopera terminologie specifiche che si preferisce evitare di riportare onde evitare l’agguanto di un granetto, di un tarallo, di un cubo di cioccolato per stimolare la concentrazione e rimanere sul pezzo. Condotto dalla ricercatrice Cristino presso l’istituto di biochimica molecolare CNR di Pozzuoli in collaborazione con leUniversità di Napoli e Urbino, lo studio spiega perché abbiamo fame.

Per essere “pane e pane e vino al vino”, giusto per rimanere nell’ambiente della cucina, quando abbiamo fame, nel nostro cervello avviene un gioco-forza (tipo frizione-acceleratore) tra freno della fame, che è l’ormone leptina, e acceleratore della fame, che è l’endocannabinoide 2-AG. Il primo cala e il secondo aumenta, il secondo è generalmente tenuto a freno dal primo.

Quando aumenta l’appetito, il cervello produce in maggiore quantità una sostanza, l’orexina-A, che ci tiene svegli e attenti proprio per soddisfare il senso di fame. E’ la stessa sostanza che producono gli animali quando, da predatori, devono cercare cibo o quando, essendo prede, devo scappare per non essere acciuffate dai predatori; in entrambi i casi, l’orexina-A garantisce la sopravvivenza dell’animale, sia che debba cacciare, sia che debba scappare per non essere mangiato.

La situazione si complica per chi è in sovrappeso. L’orexina-A, che ci tiene svegli e pimpanti, ha un effetto distorsivo per chi è in là col peso perché proprio la leptina, il freno della fame, funziona male al punto da non fare più il gioco-forza con l’acceleratore della fame ed essere sempre in calo; il cervello avverte sempre fame, senza riconoscere la sazietà.

Gli studi hanno rivelato che sui soggetti analizzati, c’era un rapporto di associazione tra assenza di sonno e continuo appetito.

Insomma, il segreto è nel sostituire lo spuntino di mezzanotte con una corposa brocca di tisana rilassante; camomilla, valeriana e dosi copiose di programmi televisivi rilassanti o musica tranquillante. Occorre tranquillizzare il corpo e dirgli “andrà tutto bene per l’estate, tu dormi e stai senza pensieri. Dormi!”

 

Anna Di Nola

 

 

 

 

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