Armati di pazienza, soldi e sali minerali si intasano le palestre, le strade statali a far finta di correre, si passa naso all’aria dinanzi alla pasticceria e alla rosticceria; “arrivederci a settembre, babà”.
E mentre prepariamo la nostra cartella di buoni propositi per i mesi a venire, ecco che il CNR (Centro Nazionale delle Ricerche) svela cosa ci spinge a mangiare, quale sia il rimedio spicciolo spicciolo per non ingrassare e per rinunciare, senza difficoltà, a un panino napoletano e ad una frittatina di pasta. Due maxi slogan caratterizzano la ricerca: “l’appetito vien mangiando”, cioè se inizi difficilmente finisci e “chi dorme non piglia chili”, a meno che non soffriamo di sonnambulismo culinario, noto come NSRED (Nocturnal Sleep-relanted Eating Disorder).
Lo studio effettuato dal CNR e pubblicato sulla rivista scientifica PNAS è molto meticoloso e adopera terminologie specifiche che si preferisce evitare di riportare onde evitare l’agguanto di un granetto, di un tarallo, di un cubo di cioccolato per stimolare la concentrazione e rimanere sul pezzo. Condotto dalla ricercatrice Cristino presso l’istituto di biochimica molecolare CNR di Pozzuoli in collaborazione con leUniversità di Napoli e Urbino, lo studio spiega perché abbiamo fame.
Per essere “pane e pane e vino al vino”, giusto per rimanere nell’ambiente della cucina, quando abbiamo fame, nel nostro cervello avviene un gioco-forza (tipo frizione-acceleratore) tra freno della fame, che è l’ormone leptina, e acceleratore della fame, che è l’endocannabinoide 2-AG. Il primo cala e il secondo aumenta, il secondo è generalmente tenuto a freno dal primo.
Quando aumenta l’appetito, il cervello produce in maggiore quantità una sostanza, l’orexina-A, che ci tiene svegli e attenti proprio per soddisfare il senso di fame. E’ la stessa sostanza che producono gli animali quando, da predatori, devono cercare cibo o quando, essendo prede, devo scappare per non essere acciuffate dai predatori; in entrambi i casi, l’orexina-A garantisce la sopravvivenza dell’animale, sia che debba cacciare, sia che debba scappare per non essere mangiato.
La situazione si complica per chi è in sovrappeso. L’orexina-A, che ci tiene svegli e pimpanti, ha un effetto distorsivo per chi è in là col peso perché proprio la leptina, il freno della fame, funziona male al punto da non fare più il gioco-forza con l’acceleratore della fame ed essere sempre in calo; il cervello avverte sempre fame, senza riconoscere la sazietà.
Gli studi hanno rivelato che sui soggetti analizzati, c’era un rapporto di associazione tra assenza di sonno e continuo appetito.
Insomma, il segreto è nel sostituire lo spuntino di mezzanotte con una corposa brocca di tisana rilassante; camomilla, valeriana e dosi copiose di programmi televisivi rilassanti o musica tranquillante. Occorre tranquillizzare il corpo e dirgli “andrà tutto bene per l’estate, tu dormi e stai senza pensieri. Dormi!”
Anna Di Nola