Napoli, guerra fra clan: sale la tensione in città

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Avevamo parlato dalle pagine del giornale di strategia investigativa messa in campo dalle forze dell’ordine a Napoli contro la camorra consistente nel piazzare microspie in punti strategici del territorio o in casa di personaggi vicini ai camorristi nella speranza di captare qualche particolare utile alle indagini.

Solo 48 ore dopo la pubblicazione dell’articolo le forze dell’ordine hanno tratto in arresto il boss Carlo Russo (ras dei “capitoni” di Miano) insieme alla moglie Anna Serino e ai fiancheggiatori Mariano Torre e Luigi Cutarelli (presunto esecutore materiale del delitto) per l’omicidio del diciassettenne Pasquale Izzi trucidato lo scorso 29 marzo nei pressi della sua abitazione nel rione Sanità.

Nelle stesse intercettazioni il ruolo centrale di Anna Serino: fredda e consigliera negli affari del marito sarebbe apparsa particolarmente abile nel caricare i membri del clan motivandoli sull’opportunità di agire “bene e in fretta”.

Sale la tensione a Napoli in una guerra di camorra che ormai non risparmia nessuna zona della città. Pochi giorni addietro secondo alcune indiscrezioni due uomini a bordo di uno scooter avrebbero lanciato una molotov contro l’esercizio commerciale gestito a Cavalleggeri dal padre del ras attualmente detenuto Alessandro Giannelli.

Un segnale inequivocabile di un’atmosfera incandescente che potrebbe presto portare a scontri a fuoco tra criminali in pieno giorno nella zona. Questa la paura di chi certe realtà le vive da persona onesta temendo di potersi trovare al posto sbagliato nel momento sbagliato. Il tutto è coscienzioso ribadirlo sempre a pochi metri da un presidio fisso e ornamentale ( per non dire inutile) composto da militari dell’esercito. Chi conosce la realtà di cui si narra sa bene che l’emergenza sicurezza a Napoli è ormai divenuta endemica.

Ovviamente il discorso non vale per i potenti, per le stanze dei bottoni dove massoni e cattivi politici decidono il destino della capitale del mediterraneo. Per questa “gente” , blindata e in ogni modo protetta, tutto va bene pur che non vengano lesi i propri interessi. Poco male allora se un ignaro passante diventa vittima innocente di un agguato di camorra, se un bambino mentre si reca a scuola assiste a scende di violenza inaudita o se la città affoga nel guano dell’anarchia comportamentale mafiosa. Come narrava una melodia dell’artista Federico Salvatore: “Chi urla al di la del muro non fa rumore”.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.