Domenica 24 aprile alle ore 18 al Teatro Il Primo di Napoli, la giovane compagnia GAG Produzioni porta in scena “Sconosciuti”, liberamente tratto dal dramma del 1997 “Closer” di Marber, venuto alla ribalta negli ultimi anni grazie ad una indovinata trasposizione cinematografica, con Jude Law, Natalie Portman, Julia Roberts e Clive Owen.
Un testo davvero potente che sembra parlare al cuore delle persone, che esplora i meandri più nascosti dei personaggi senza avere mai timore di affondare il colpo. Si tratta di un’opera molto complessa, tanto nell’andamento temporale, quanto spaziale, che si incastrano con l’evoluzione dei personaggi e dei rapporti che intercorrono tra di loro. Dodici scene, per complessivi due atti, ognuna in un momento temporale diverso e in un luogo diverso.
“Piuttosto che una classica rappresentazione – afferma il regista Fiscariello – di teatro di “parola”, vorremmo provare a percorrere una via diversa, mai (credo) tentata finora. L’obiettivo finale è di portare in scena uno spettacolo che, grazie ad uno studio lungo e impegnativo che smantelli e scarnifichi completamente non solo il testo, ma la totale struttura “classica” dell’opera originale, restituisca allo spettatore una vibrazione sincera, sia essa positiva o negativa, ma sicuramente diversa da quella che si aspetterebbe”.
“Decontestualizzare completamente – continua il regista – i quattro personaggi, non più legati alla storia ma solo voce di essa, diventa necessario che la stessa voce diventi corpo con il lavoro attoriale. Nel cercare questa nuova “dimensione” elimineremo completamente la scenografia “tradizionale” in cambio di una scelta essenziale, per una narrazione per simboli altra rispetto a quella che imporrebbe il testo originale”.
“Abbiamo alternato studio del testo – conclude Fiscariello – e improvvisazioni corporee nella fase preparatoria dello spettacolo per elaborare una via “somatica” con cui esprimere non solo spazio e tempo in una dimensione non reale ma onirica, ma soprattutto emozioni e sensazioni che arriveranno in maniera diretta allo spettatore. “Sconosciuti” ha la necessaria pretesa, per noi e per chi ci è di fronte, di arrivare come una coltellata, perché non ci sarà alcunché che così potrà frapporsi tra la storia nella sua crudeltà e chi è seduto a guardarci”.