L’attività investigativa, sviluppata nell’arco temporale compreso tra giugno 2015 e febbraio 2016, ha consentito di dimostrare che tutti i soggetti indagati si sarebbero adoperati, con compiti distinti, per rientrare in possesso di un immobile oggetto di un’asta pubblica a seguito del fallimento della società proprietaria.
In particolare, l’odierno arrestato, ricoprendo un ruolo di “intermediario” tra i complici e la vittima, avrebbe reiteratamente tentato di corrompere quest’ultima, la quale, essendo interessata all’immobile in questione, sarebbe stata destinataria di numerose proposte in denaro, finalizzate a convincerla a non presentare alcuna proposta di acquisto.
A seguito del fermo rifiuto del denunciante, i complici dell’odierno arrestato, con lo scopo di realizzare ad ogni costo il loro piano, sarebbero passati da un approccio “diplomatico” ad uno violento, minacciando ripetutamente e con metodo “mafioso” la stessa vittima.
L’odierno arresto è l’ultimo capitolo di una complessa indagine, che aveva consentito, lo scorso mese di novembre 2015, di:
– eseguire ulteriori 3 misure cautelari in carcere (a carico di FORIA Nicola, capo dell’omonimo clan, e dei suoi “delfini” REGA Tommaso e FALCO Giuseppe);
– sottoporre l’odierno arrestato alla misura del divieto di esercitare la professione di avvocato per sei mesi;
– procedere al sequestro preventivo di numerosi beni (società edili, fabbricati, rapporti bancari, terreni) riconducibili direttamente agli indagati o a loro “prestanome”, per un valore complessivo di circa cinque milioni di euro.