Rigettato dal Tribunale del Lavoro il ricorso contro i licenziamenti, c’è l’ipotesi di procedere con il rito ordinario.
Nelle scorse ore, infatti, il giudice di Torre Annunziata Stefania Bosso ha respinto la richiesta presentata da 42 ex lavoratori della municipalizzata fallita di Castellammare “Terme di Stabia spa”, difesi dall’avvocato Angelo Abignente, professore ordinario di Diritto del lavoro presso l’Università di Napoli “Federico II”.
Gli ex dipendenti, licenziati nel 2015 dalla curatela fallimentare (rappresentata dall’avvocato Antonio Catino) pochi mesi dopo il crac, si erano mostrati ottimisti dopo le due udienze in Tribunale. Il ricorso basato sulla cosiddetta “Riforma Fornero” era stato dichiarato ammissibile, tanto che i licenziamenti, qualora il ricorso fosse stato accolto, sarebbero stati dichiarati illegittimi.
Gli ex lavoratori avevano chiesto di essere assorbiti da “Sint spa”, altra partecipata del Comune di Castellammare già proprietaria del complesso delle Nuove Terme di Stabia (lo stabilimento era solo “gestito” da Terme di Stabia). Secondo una vecchia convenzione, infatti, tra Terme e Sint sarebbe avvenuto un passaggio di rapporti dopo il fallimento della prima società: i contratti di lavoro avrebbero dovuto dunque far parte di tale passaggio. L’avvocato Abignente aveva sottolineato come negli atti presentati da Terme e da Sint (difesa dall’avvocato Rino Mascolo) si parla di fitto d’azienda: un rapporto che non scomparirebbe con il fallimento.
Tanto più che l’oggetto sociale di Sint includerebbe proprio la gestione di complessi termali. Quando è sopraggiunto il fallimento di Terme, insomma, Sint sarebbe dovuta subentrare in maniera quasi automatica nella gestione anche dei rapporti di lavoro. Negli ultimi giorni, inoltre, le Nuove Terme di Stabia erano state restituite a Sint: lo stabilimento dal 2015 era nelle disponibilità della curatela fallimentare. Il fatto era stato citato anche dall’avvocato Mascolo che aveva però anche sottolineato come il rapporto che lega Sint al complesso del Solaro sia diverso dai rapporti che legavano Terme e dipendenti, retrodatati al momento del fallimento e quindi legittimi. La curatela dal canto suo aveva sottolineato che qualora i licenziamenti fossero dichiarati illegittimi mancherebbe comunque “l’attività” da far svolgere ai lavoratori. In questo senso un’imminente riapertura delle Antiche Terme avrebbe potuto agevolare i termali.
In attesa delle motivazioni per le quali il ricorso è stato respinto, indiscrezioni lascerebbero pensare a determinazioni di natura puramente tecnica: per gli atti presentati basati sulla data del licenziamento, insomma, sarebbe decorsi i termini. Questione di pochi giorni. Gli ex lavoratori a questo punto dovranno ricominciare tutto il procedimento, stavolta ricorrendo al giudice ordinario. Gli ex termali avevano effettuato anche due sit-in nei pressi del Tribunale di Torre Annunziata prima delle udienze a marzo e avevano incontrato più volte la commissione prefettizia di Castellammare per discutere gli eventuali piani di rilancio per il settore termale in città.
Allo studio attualmente c’è la riapertura della Antiche Terme, un complesso occupato per un periodo dagli stessi ex lavoratori. Da sottolineare che le Antiche Terme sono “direttamente” di proprietà comunale, a differenza della struttura “nuova”, un tempo gestita da Terme e di proprietà di Sint.