Le rovine dell’antica Pompei continuano a far parlare il mondo intero. Un patrimonio storico unico ricco di bellezza che ogni giorno attrae tantissimi turisti che si immergono nell’atmosfera di una città sospesa nel tempo. Ma è davvero così?
Non sarebbe così secondo Jonathan Jones, corrispondente ed esperto di arte del popolare giornale inglese “The Guardian”, che dopo una visita al famosissimo sito archeologico campano ha pubblicato alcuni giorni fa un suo pezzo dove presenta il suo punto di vista sul Grande Progetto Pompei e sullo stato di conservazione degli Scavi di Pompei.
Il giornalista britannico punta il dito sulle tante tantissime zone transennate dell’area archeologica che presenterebbero ai visitatori di tutto il mondo l’immagine di un sito archeologico in crisi che fatica ad uscire da un progetto di salvaguardia che sembra un cantiere infinito.
Secondo il giornalista del Guardian: “Per essere un progetto che ha l’obiettivo di mettere in salvo le antiche costruzioni a rischio, il Grande Progetto Pompei non sembra avviarsi ad una fine coi tanti, troppi cantieri che sono aperti nella città. Per quanto tempo rimarranno le recisioni? Tutte le parti chiuse rischiano di crollare? E, se è così, perché i lavori non vengono condotti con maggiore rapidità e urgenza?”
Sono tantissimi i milioni di euro investiti nel Grande Progetto Pompei quindi “a cosa serve criticare gli attacchi ai siti archeologici da parte dell’Isis se l’Europa democratica non riesce a preservare Pompei in maniera adeguata? Almeno usino i soldi per delle recinzioni più gradevoli.”
Il punto di vista del britannico, presenta la prospettiva che potrebbe essere infondo quella di qualunque turista che visita
Se da un lato i continui crolli e la manutenzione infinita di Pompei presentano questo scenario, non bisogna però trascurare le tantissime aperture e presentazioni di nuove aree che continuano a divenire fruibili per il pubblico mese dopo mese; basti pensare alle domus e agli edifici commerciali aperti poco prima di Natale, alle domus con giardino del percorso mito e natura e agli edifici della Regio VIII, solo per citare i più recenti.
Ma possono le inaugurazioni di nuove porzioni far dimenticare al mondo intero e a chi non ha la possibilità materiale di visitare Pompei più spesso per godere delle sue belle novità tutti i crolli, cantieri a cielo aperto e le fastidiose recisioni?
Il premier Matteo Renzi ha più volto affermato durante le sue visite a Pompei che “Pompei è un’esperienza sempre nuova” ed effettivamente è verissimo, ma è altrettanto vero che le zone chiuse, le transenne e i cantieri sembrano non cambiare mai. Quindi non resta che augurarsi che il Grande Progetto Pompei si avvii presto verso una fine definitiva che restituisca nelle mani dell’umanità il suo patrimonio unico finalmente libero da confini metallici e fruibile al 100% per tutti i visitatori.
Raffaele Cirillo