Napoli, agguato di camorra a Miano: ucciso 46enne

omicidio

Non si arresta a Napoli la scia di sangue provocata dai killer della camorra. Intorno alla mezzanotte di ieri a cadere sotto i colpi dei sicari, in via Janfolla a Miano, Aniello Di Napoli di 46 anni. Con all’attivo diversi precedenti penali Di Napoli sarebbe stato raggiunto mentre si trovava a bordo della propria auto dai killer che con estrema rapidità e precisione avrebbero centrato la vittima con chiara intenzione di uccidere.

Inutile la corsa verso l’ospedale “Cardarelli” per il pregiudicato che si è spento in ambulanza durante il tragitto. La dinamica dell’agguato orienterebbe gli inquirenti verso la pista dell’ennesimo regolamento di conti all’interno della camorra partenopea. Per una macabra coincidenza lo scorso dicembre e sempre in un agguato di camorra nella zona di “Piscinola” è stato trucidato il figlio giovanissimo di Di Napoli. Al fatto, secondo indiscrezioni, non avrebbe assistito alcun testimone. Questo ennesimo delitto testimonierebbe la fase calda delle ostilità per il controllo degli affari illeciti in città tra famiglie storiche e giovani ras pronti a tutto pur di emergere sui rivali.

Cocainomani e spietati i baby boss starebbero puntando in alto: “radio mala” parlerebbe infatti di un mega accordo a monte tra le nuove leve della camorra attualmente unite dalla comune volontà di impossessarsi dell’intero territorio partenopeo gestendo anche i rapporti con la mala politica e l’imprenditoria collusa. In tal senso avevamo già evidenziato dalle pagine del giornale come alcuni esponenti della cattiva politica non gradirebbero questo passaggio generazionale temendo per la propria incolumità e riponendo scarsa fiducia nel modus operandi dei nuovi ras giudicato eccessivamente avventato e violento.

Ma la guerra costa si sa: questa potrebbe essere proprio la causa di qualche prossimo falso pentimento tra le fila delle famiglie cosiddette perdenti in modo da colpire attraverso lo Stato nemici troppo forti per essere affrontati sul campo criminalmente parlando. Intanto la città trema: ormai si spara ovunque e a qualsiasi ora del giorno nel terrore da parte degli onesti napoletani, lo ribadiremo sempre con forza, di trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato. Della serie: non vorremmo trovarci presto a dover commentare l’ennesima tragedia annunciata.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.