A dirlo è il presidente del gruppo Giovani Confapi di Napoli, Raffaele Marrone.
“È comprensibile che ci sia una organizzazione delle attività dell’Anac – aggiunge – che punti a un efficientamento del lavoro e a una razionalizzazione delle risorse, ma la soglia appare punitiva nei confronti di quelle imprese che, partecipando ad appalti di importo inferiore, avvertono urgente l’esigenza di essere difese.
Il Governo potrebbe rivedere al ribasso questa indicazione perché la corruzione e le infiltrazioni mafiose si annidano anche e soprattutto nelle gare con importi meno appariscenti, dov’è più facile operare contro la legge. Gare che – conclude il leader dei giovani imprenditori – per requisiti specifici sono spesso le uniche alla portata di imprese che lottano giorno e notte per sopravvivere in territori difficili e proteggere fatturato e occupazione”.