Nell’auditorium del convento della SS Annunziata di Avella va in scena l’atto finale della kermesse dedicata al mondo dei libri e si chiude a furor di popolo per l’arrivo di Clementino premiato con l’anfiteatro d’argento per la sua speciale creazione “La profezia di Clementino”, autobiografia scritta a quattro mani con il napoletanissimo Diego Nuzzo che lo ha aiutato a comporre il puzzle della sua vita nero su bianco.
A moderare l’evento, che ha visto la partecipazione di centinaia di ragazzi, la critica Antonietta Gnerre e Riccardo D’Avanzo, centro di gravità per la cittadina avellinese nel campo teatrale. La biografia racconta di un giovane di successo che ce l’ha fatta in un mondo come quello del rapper dove, come stessa ammissione dell’autore sembra che tutti debbano provenire da un background problematico sociale.
Il rapper invece con la solita ironia risponde di non avere una madre alcolizzata o una famiglia di malviventi alle spalle, piuttosto la famiglia lo ha sempre sostenuto essendo loro stessi a livello locale degli artisti. Si scopre infatti che entrambe i genitori sono appassionati del teatro e loro stessi attori e sottolineando quanto l’arte faccia parte dell’intera famiglia D’avanzo racconta del percorso nella musica lirica della sorella e del fratello Paolo membro del gruppo i Therivati, con cui Clementino ha partecipato alla passata edizione del reality di Rai due “Pechino express”.
Venendo alle motivazioni che hanno spinto ad assegnare proprio a lui il premio avellano si riconosce che il suo rap si occupa di temi sociali scottanti e strettamente legati ai territori dove è cresciuto ovvero mafia terra dei fuochi e la sua musica i suoi testi sono pertanto percepiti come poesie moderne capaci di arrivare al cuore di un pubblico trasversale.
All’artista va riconosciuto inoltre quanto con il suo libro intenda spingere i lettori a credere in un sogno e come la sua storia dimostra, dagli anni della formazione al successo di oggi, ciò che resta uguale è l’attaccamento alla sua terra. Ammette infatti di avere un rapporto speciale con Avella che in un certo senso gli ha dato il là per partire e per tentare la via dell’arte del far star bene gli altri in prima battuta come animatore per un’agenzia locale che oggi riconosce come palestra di vita per imparare a stare sulla scena.
Non a caso a chi gli ha chiesto informazioni sull’esperienza sanremese ha risposto che la stessa va vista con la giusta prospettiva, ovvero quella di un’ enorme pubblicità per il proprio lavoro discografico, perché andare oltre e voler esclusivamente vincere porta solo ad immergersi in un tritacarne da cui non ne esci vivo. A tal proposito sottolinea il successo sella cover “Don Raffaele” del mito Fabrizio De Andrè di cui era fan per la capacità di aver raccontato in musica un tema delicatissimo come il rapporto mafia-stato con la citazione di un personaggio che noi campani purtroppo conosciamo bene come Raffaele Cutolo.
Ma la soddisfazione più grande, oltre all’effettivo successo di vendite, ammette essere stata per lui il messaggio della moglie di De Andrè Dori Ghezzi dal quale ha capito di aver fatto un’ottima scelta ed interpretazione del brano.
D’Avanzo chiude la serata invitando Clementino a prendere parte ai prossimi appuntamenti avellani come “Teatro sotto le stelle” che si terrà presso il teatro ducale ed in generale a rimare presente nella vita dei giovani di questo territorio che hanno bisogno di una figura carismatica come lui che ammette di non sentirsi per nulla un maestro ma che, come scrive nel suo libro ,invita ad alzarsi e provarci per farsi conoscere nella propria arte e a riprovare mille volte ancora perché come in ogni ambito lavorativo le cadute ci sono e come.
Ciò che deve guidare un giovane per lui è l’umiltà, quella di voler sempre ricominciare, studiare, prepararsi e rimettersi in gioco, come gli ha insegnato il compianto amico Pino Daniele. L’artista dando appuntamento al prossimo evento musicale cui prenderà parte, ovvero il “Maddaloni rock festival” del prossimo 14 maggio, riceve il premio e saluta tutti dicendo che la musica è una bella cosa e ti può portare davvero lontano.
Stella Porricelli